Effetto Evergrande, Sinic giù dell'87%: bloccate le contrattazioni a Hong Kong
L'effetto Evergrande si abbatte sugli altri sviluppatori immobiliari cinesi: tracollo di Sinic Holding Group. Il suo fondatore perde 1,3 miliardi
Effetto Evergrande, la crisi finanziaria si abbatte sugli altri sviluppatori immobiliari cinesi
La crisi finanziaria del colosso immobiliare Evergrande, come un risiko senza sconti, si sta abbattendo anche sugli altri sviluppatori immobiliari cinesi. Primo fra tutti il gruppo Sinic, con sede a Shangai, che dopo aver scontato un tracollo dell'87%, con un'impennata delle vendite, pari a rica 14 volta i volumi medi dello scorso anno, ha deciso di bloccare le contrattazioni sui suoi titoli a Hong Kong. In più, il suo fondatore, nonchè presidente della compagnia, Zhang Yuanlin, secondo i dati di Forbes, ha visto nel giro di 24 ore, scendere il suo patrimonio netto da 1,3 miliardi a 250,7 milioni di dollari. Zhang si trova da quest'anno nella lista Forbes delle persone più ricche del mondo, avendo fatto fortuna negli edifici residenziali.
Ma ora, nell'immediato, che tipo di scenario aspettarci? "Dopo avere sondato il parere di alcuni specialisti, possiamo affermare che le aspettative sono per uno scenario di ristrutturazione del debito. Ipotesi che si è ulteriormente rafforzata all'inizio della settimana, a seguito dell'annuncio dell’assegnazione di un mandato in tal senso a due studi specializzati in materia", ha dichiarto in un report Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame Asset Management, società indipendente specializzata in gestioni patrimoniali a ritorno assoluto, facendo il punto sulla situazione del colosso cinese dell'immobiliare Evergrande.
In particolare, ha osservato De Michelis, "la società Gemway, che gestisce con grandi risultati sia un fondo azionario cinese che uno sui mercati emergenti) sostiene che in realtà 'una liquidazione dell'impresa appare poco probabile rispetto al rischio sistemico legato alle dimensioni dell'impresa e alle numerose parti interessate: fornitori, proprietari privati - 200.000 dipendenti diretti e 3,8 milioni indirettamente.
"In caso di ristrutturazione come in caso di default, il governo cinese dovrebbe garantire un trattamento analogo tra i creditori del debito onshore, per residenti, in Cny e offshore per non residenti, in dollari. In effetti, mantenere la fiducia degli investitori stranieri sembra fondamentale mentre Pechino persegue i suoi obiettivi legati all’apertura del conto di capitale e di internazionalizzazione dello Yuan", ha sottolineato De Michelis.
Per quanto riguarda il rischio di contaminazione sul mercato obbligazionario, osserva l'analista, "la correzione è attualmente limitata agli emittenti cinesi con struttura finanziaria fragile all'interno dei settori sotto pressione regolamentare delle autorità. Il rischio specifico cinese è prezzato come tale dagli operatori di mercato con il debito China corporate offshore Ig come Hy che incorpora 2-3 gradini di degrado in termini di rating finanziario".
"Nessun contagio al di fuori della Cina quindi anche se temporaneamente questo evento potrebbe tradursi in una minore propensione al rischio globale. Le autorità cinesi, che in un certo senso vogliono responsabilizzare gli investitori, sono consapevoli del rischio sistemico interno e hanno i mezzi politici per affrontarlo. Inoltre, l'attuale allentamento monetario contribuirà a stabilizzare la situazione economica e finanziaria interna. Pur tuttavia, occorre ricordare che, a onor del vero, anche nel 2008 quasi tutti pensavano che alla fine sarebbe stata trovata una soluzione per la Lehman Brothers. Auguriamoci che Xi Jinping e suoi specialisti abbiano imparato dagli errori dei capitalisti occidentali", ha aggiunto.
Inoltre, osserva l'analista, "non dimentichiamoci che nel 2023 l'attuale presidente avrà la possibilità di essere rieletto per la terza volta alla guida del Paese e questo sarebbe il primo caso della storia, avendo modificato le regole soltanto di recente. Difficilmente si presenterà all'appuntamento con l'economia in sofferenza e molto probabilmente il prossimo anno assisteremo ad una accelerazione del ciclo. Uno scenario che mi fa ben sperare per il futuro e anche se adesso stiamo soffrendo, il mercato azionario dell'ex impero celeste potrebbe comunque riservarci gradite sorprese per il futuro", ha chiosato De Michelis.