Elettricità, Berlino non ce la fa più. 16 ministri alla UE: abbassate costi

Va abbassato il costo dell’elettricità. I Länder tedeschi vogliono concedere più sussidi alle aziende e alle regioni. In settimana incontrano von der Leyen.

di Antonio Amorosi
Germania
Economia

Bisogna conciliare l’attuale transizione ecologica voluta dalla UE con i portafogli delle famiglie: abbassate i costi della produzione e i prezzi delle merci!

 

Mentre in Italia si è rimosso il problema, la Germania non ce la fa più. I primi ministri dei 16 Länder tedeschi, gli Stati federati della Germania (Amburgo, Assia, Baden Wuttemberg, Bassa Sassonia, Baviera, Berlino, Brandeburgo, Brema, Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Renania-Palatinato, Renania Settentrionale-Vestfalia, Saarland, Sassonia, Sassonia-Anhalt, Schleswig-Holstein, Turingia) chiedono alla Commissione UE di consentire ai governi nazionali di introdurre un prezzo industriale dell'elettricità.

Il costo dell’elettricità è troppo alto e sta ammazzando imprese e ceti medio-bassi, va abbassato, altrimenti ci sarà una crisi imminente ancora più grave della recessione tecnica che sta colpendo i tedeschi. Bisogna intervenire in qualche modo. Loro pensano a una sorta di sussidio che possa favorire anche le imprese degli altri Paesi, se gli Stati volessero fare davvero qualcosa, visto che l’UE dovrebbe, secondo i desideri tedeschi, far valere la formula per tutta Europa. Un processo che avrebbe come effetto ridurre i costi generali delle merci.

Molte imprese italiane fanno da fornitrici alle tedesche e secondo i dati Eurostat, la Germania è il primo Paese per numero di imprese estere in Italia, con il 15,7% del totale delle controllate, e il terzo per fatturato generato (16,1% del totale del fatturato prodotto dalle controllate estere in Italia).

I 16 primi ministri tedeschi incontreranno a Bruxelles, tra mercoledì e giovedì, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen (anche lei tedesca), il nuovo vicepresidente per il Green Deal, Maros Sefcovic e la commissaria per l'Energia Kadri Simson. Un evento che non accade dal 2018.

E’ pronta una bozza di documento che i 16 Länder hanno approntato, che il giornale economico tedesco Handelsblatt pubblicherà nelle prossime giornate e che recita così: "Gli Stati membri devono quindi avere la possibilità, per un periodo transitorio, di stabilire un prezzo ponte concorrenziale per l'energia elettrica, in particolare per le aziende ad alta intensità energetica soggette alla concorrenza internazionale, finché non saranno disponibili energie rinnovabili a prezzi accessibili in quantità sufficienti."

Il nodo è appunto quello di conciliare l’attuale transizione ecologica voluta dalla UE con i portafogli delle famiglie e quindi con la condizione delle aree economiche d’Europa, non solo quelle più deboli ma anche le zone tradizionalmente più forti. L’energia negli Stati Uniti a confronto con i costi nella UE ha un prezzo molto più basso avvantaggiandone l’economia del Paese.

A differenza di quanto ci si aspetterebbe in Germania anche la SPD ed i Verdi premono per un prezzo industriale dell'elettricità, ma il cancelliere Olaf Scholz, sempre della SPD, e il ministro delle finanze Christian Lindner (FDP) sono contrari al possibile intervento, mostrando un certo scetticismo perché sostengono: la proposta aumenterebbero i debiti o gli effetti negativi sui Paesi, visto che parliamo sempre di esborso di risorse dello Stato come misure tampone per ridurre i costi.

Ma il problema esiste ed è in alcuni casi grave. Servono, scrivono i 16, "finanziamenti adeguati e tassi di cofinanziamento vantaggiosi" anche "per le regioni più sviluppate in quanto motori di crescita e innovazione dell'Ue". Per restare al passo con la competizione globale è necessario “rafforzare i punti di forza esistenti”. 

Va ricordato che la Germania è ufficialmente in recessione tecnica, situazione che si innesta quando il prodotto interno lordo di un Paese si contrae per due trimestri di fila. Nel primo trimestre del 2023, il Pil tedesco ha registrato il segno meno (-0,3%), così come è successo nell'ultima parte del 2022 (-0,5%)

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