Elezioni Usa 2024, cosa cambia per l'economia europea se vince Kamala Harris? La candidata dem non è l'eroe che l'Ue spera

Colossi dell'industria italiana come Enel, Stellantis o Prysmian hanno già preferito gli incentivi americani a quelli dell'Unione Europea

Economia

Usa 2024, Harris o Trump? Per l’Europa, cambia poco sul piano economico

Le presidenziali Usa si avvicinano, e l’Europa osserva il tutto con attenzione: Trump o Harris? Chi vincerà tra il tycoon e l’attuale vicepresidente? Con Trump, già noto per i suoi molti strappi, l’Europa sa cosa aspettarsi; ma Kamala Harris, la candidata democratica, non è una garanzia così rassicurante, o scontata. Ma quali potrebbero essere le conseguenze economiche sull'Ue di una sua eventuale vittoria?

In Europa, molti sperano che Harris vinca, vedendo in lei una certa continuità con Biden, che durante il suo mandato ha spinto per rafforzare i rapporti transatlantici su sicurezza, energia, clima e tecnologia. Una vittoria di Harris farebbe tirare a Bruxelles un grande sospiro di sollievo. Eppure, la candidata democratica è tutt’altro che la soluzione ai problemi dell'Ue: il protezionismo Usa — tanto promosso da Biden — continuerebbe a prevalere anche sotto Harris, portando a una fuga di investimenti dal continente europeo.

Non a caso colossi dell’industria italiana come Enel con una fabbrica di pannelli solari in Oklahoma, Stellantis con una miniera di litio in California, e Prysmian con una fabbrica in Pennsylvania hanno già preferito gli incentivi americani agli affari di casa nostra. Harris inoltre ha promesso altri miliardi di investimenti strategici per acciaio, intelligenza artificiale ed energia green, mantenendo vivo l’Inflation Reduction Act, un piano che ha già attratto molti investimenti europei sul suolo Usa. Insomma, che sia Trump o Harris, l’industria europea rischia di essere messa alle strette in ogni caso.

Anche sul commercio con la Cina, le cose non cambierebbero troppo: Trump potrebbe imporre tariffe del 60% sulle importazioni dalla Cina, ma Harris resterebbe sulla linea Biden, mantenendo dazi mirati e sostegni ai produttori nazionale. Questo metterebbe comunque l’Europa nella scomoda posizione di dover proteggere il proprio mercato con dazi a cascata, con il rischio di allontanare ulteriormente gli investimenti

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Un punto in comune tra i due contendenti è l’aumento del debito pubblico Usa. Con Harris si prevede che salga dal 125% al 134% del Pil, portando a un’espansione che, in entrambi i casi, peserebbe sull’equilibrio economico globale. Per l’Europa? L’impatto di una politica Usa così aggressiva ricadrà ancora sul nostro lato dell'Atlantico. Infine, la questione Ucraina: Trump si oppone agli aiuti, favorito dalla sua vicinanza a Putin. Harris è più critica, ma senza un reale impegno: per l’amministrazione democratica, il supporto a Kiev è principalmente una questione di Nato, non una priorità interna. In sintesi, che sia Trump o Harris, l'Europa dovrà fare i conti con un’America sempre più autocentrata e poco interessata al destino dell’economia europea.

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