Energia, Exxon fa causa all'Ue per la tassa sugli "extra-profitti"
Secondo il colosso americano dell'energia la misura "scoraggerà gli investimenti e aumenterà la dipendenza dalle importazioni"
Energia, il colosso americano Exxon fa causa all'Ue per la tassa sugli "extra-profitti"
Una tassa, o meglio un “contributo temporaneo di solidarietà”, quello che dovrebbe essere pagato dai produttori e distributori di petrolio, gas e carbone che hanno tratto enormi profitti dall'impennata dei prezzi in seguito alla guerra in Ucraina. Quando era stato adottato alla fine di settembre, infatti, la Commissione era stata attenta a non usare la parola "tassa", perchè qualsiasi nuova disposizione fiscale a livello europeo avrebbe richiesto l'unanimità tra i 27 Stati membri, una procedura più complicata e rischiosa dell'adozione a maggioranza qualificata. L'idea era in particolare quella di evitare procedimenti come quello presentato alla Corte di Giustizia dell’Ue in Lussemburgo dalle filiali tedesche e olandesi di ExxonMobil: una denuncia proprio contro il contributo stabilito da Bruxelles sui "super-profitti" dei giganti dell'energia.
"Riconosciamo che la crisi energetica in Europa sta avendo un pesante impatto sulle famiglie e sulle imprese e stiamo lavorando per aumentare l'approvvigionamento energetico dell'Europa – ha dichiarato un portavoce dell'azienda, Casey Norton, in un messaggio all'AFP – Ma tassare i ‘super-profitti’ è controproducente", aggiungendo che il contributo "minerà la fiducia degli investitori, scoraggerà gli investimenti e aumenterà la dipendenza dalle importazioni di energia e prodotti petroliferi".