Energia, nucleare o fotovoltaico? La ricetta per rendere l'Italia indipendente

L'Italia necessita di 301,2 TWh (terawattora): ecco cosa si potrebbe fare per rendere meno dipendente anche dall'estero il nostro fabbisogno

di Ezio Pozzati
Economia

Energia, meglio nucleare o fotovoltaico? L'obiettivo rimane l'indipendenza

Il problema dell'energia e come produrla è veramente ostico. Nikola Tesla un'idea ce l'aveva, ma il profitto ha vinto e forse le sue ricerche non sono andate perdute definitivamente dato che l'FBI, alla sua morte, ha sequestrato tutto e messo nell'oblio. Non sono un tecnico in materia, ma già me ne sono occupato anni fa e oggi sciorino una ulteriore serie di numeri che mi paiono, tra l'altro, di dominio pubblico. L'Italia necessita, secondo gli ultimi dati, di 301,2 TWh (terawattora), allora ho pensato di calcolare quanto e cosa si potrebbe fare per rendere meno dipendente anche dall'estero il nostro fabbisogno. Quindi iniziamo con:

I pannelli fotovoltaici da installare diciamo sui capannoni industriali, artigianali e commerciali. Secondo i dati dell'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), in Italia ci sono circa 650 milioni di metri quadri di superficie dedicati agli immobili industriali, artigianali e commerciali. Tuttavia, è importante considerare che questo dato potrebbe variare nel tempo a causa di nuove costruzioni e demolizioni di edifici. Si potrebbe stimare che ci siano circa 100.000 capannoni, con una media di circa 6.500 metri quadri ciascuno. Questa stima potrebbe variare in base alla localizzazione geografica e alla dimensione degli edifici. Ora, l'Italia produce circa il 60% della sua energia elettrica da fonti rinnovabili, come l'idroelettrico, il solare, l'eolico e il geotermico per circa 120,48 TWh. Il restante 40% proviene da fonti non rinnovabili, principalmente dal gas naturale, dal carbone, dall'energia nucleare di cui il 22% dall'import. Se volessimo “sfruttare” i 650.000.000 di mq dei capannoni la produzione totale annuale sarebbe di 97.500.000.000 Kwh, ossia 97,5 TWh, che sommati all'attuale produzione da fonti rinnovabili, darebbe in totale di 217,98 TWh (120,48+97,5), circa 2/3 dell'attuale fabbisogno. Ricordo che 1 mq di fotovoltaico produce circa 150/200 Kwh l'anno con un costo di circa 500 euro al mq.

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Centrali nucleari di “nuova generazione”. Una nuova centrale nucleare da 1000 MWe (megawatt), produce circa 7 TWh, costa circa 2 miliardi di euro, quindi per arrivare a 97,5 TWh bisognerebbe costruirne 14 per un importo di 28 miliardi di euro e per realizzarne una occorrono circa 5 anni. Ovviamente tutto ciò va finanziato, in primis dell'Europa perché ci vuole tutti green e poi dall'Italia.

Micro-cogeneratori. Attualmente sul mercato esistono degli apparecchi in grado di auto-produrre idrogeno generando energia elettrica, acqua calda sanitaria e acqua calda per i termosifoni; possono produrre dai 3 ai 6 Kwh, (in un anno Kwh 3 o 6 x 24 ore x 365 giorni= 26.280 o 52.560) ogni apparecchio ha un costo di circa 12.000 euro ed una vita media di circa 20 anni. Gli immobili civili attualmente sono circa 57.000.000 che moltiplicato la produzione annua di ognuno potremmo avere dai 1.497.960 ai 2.995.920 TWh il tutto senza inquinamento atmosferico. Potremmo così rivendere l'eccesso a tutta l'Europa. Oggi, una famiglia italiana in media spende, per le bollette del gas domestico, circa 1.250 euro x 26 milioni di famiglie = 32,5 miliardi di euro risparmiati. Niente gas niente emissioni di CO2. Per concludere abbiamo un problema finale: lo smaltimento. A quanto mi consta oggi si riesce a smaltire circa il 98% di un pannello fotovoltaico che dura in media 20/25 anni, mentre per le scorie provenienti da una centrale nucleare, con durata media di 40/60 anni, occorrono migliaia e migliaia di anni. Per i micro-cogeneratori lo smaltimento è previsto al 99%. Sarà sufficiente un'analisi di questo tipo per approdare a qualcosa? Quando saranno prese eventuali decisioni? Attendiamo sviluppi concreti.

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