Energia, prezzi alti ancora per molto. Ecco come risparmiare sulle bollette
Che cos'ha portato a questo spaventoso aumento dei prezzi energetici? Lo spiega l'ad di Met Energia Italia, leader del settore con una forte impronta green
Met Energia, l'Ad Rebuzzini: "Ecco il reale motivo dietro l'aumento delle bollette"
Nell’ultimo anno, l’energia ha assunto un ruolo da protagonista nelle vite degli italiani. Dalla primavera del 2022, infatti, la guerra in Ucraina ha posto le basi per un aumento esponenziale dei prezzi delle bollette che ha messo a dura prova i portafogli di molte famiglie. Comunque, oltre all’energia, anche il tema della sostenibilità ambientale e sociale si sta insediando sempre di più all’interno di grandi e piccole imprese, non importa di quali settori.
E tra i player del settore energia che hanno dato grande rilievo all’ambiente anche all’interno del proprio business c’è Met Energia Italia, azienda con un forte focus sulle rinnovabili, essenziali per sostituire i carburanti tradizionali e ridurre così le emissioni di anidride carbonica e gas climalteranti. Per spiegarci meglio su cosa vuole puntare l’azienda nel prossimo futuro e quali sono i retroscena dietro il rialzo delle forniture energetiche, Affaritaliani.it ha interpellato Giuseppe Rebuzzini, Ceo di Met Energia Italia.
Rebuzzini, quali sono le vostre politiche sulla sostenibilità?
Dal punto di vista ambientale, l’azienda è molto attenta in quanto le energie rinnovabili sono direttamente connesse al nostro business. Innanzitutto, Met Energia Italia si occupa della vendita della cosiddetta “energia verde”. L’elettricità che mettiamo sul mercato ha associate diverse garanzie che ne testimoniano un’origine ‘pulita’. Il plus che offre la nostra azienda è dare una garanzia anche all’origine del gas, per il quale, invece, queste certificazioni d’origine non esistono. Oltre alle attività green che compongono il nostro core-business, sosteniamo realtà come 3Bee, climate tech company impegnata nella tutela della biodiversità, con cui promuoviamo il progetto Pollinate the Planet per la salvaguardia delle api mellifere e a sostegno degli apicoltori che le curano.
Ma non è tutto. Met Energia Italia si occupa anche di responsabilità sociale. L’azienda sostiene infatti “I bambini delle fate”, impresa che dal 2005 assicura sostegno economico a progetti e percorsi di inclusione sociale a beneficio di famiglie con autismo e disabilità. Insieme a loro, supportiamo anche il progetto “Dalle stalle alle stelle” a favore del Centro di Riabilitazione Equestre dell’Ospedale Niguarda di Milano. Infine, l’azienda ha anche sostenuto economicamente le famiglie vittime della guerra in Ucraina.
Su quali tecnologie green punta la vostra azienda? E quali sono le principali sfide?
Il business di Met Energia Italia verte principalmente sui pannelli fotovoltaici e le colonnine di ricarica elettrica. A mio parere, la tecnologia del fotovoltaico è quella più interessante tra quelle esistenti; il settore è ormai consolidato e non c’è grande capacità di miglioramento per quel che riguarda il punto di vista tecnologico. A tal proposito, credo però che il nostro Paese abbia un enorme potenziale inespresso. Ci sono, infatti, milioni di tetti di abitazioni, fabbriche e uffici inutilizzati che potrebbero incrementare esponenzialmente la nostra produzione di energia solare
Rispetto ad altri player del settore, Met Energia Italia, più che alla realizzazione di enormi impianti fotovoltaici a terra, vuole dedicarsi all’impiego di un patrimonio inutilizzato e, appunto, già esistente. La sfida principale è dunque quella di rendere questa tecnologia sempre più vendibile, installabile e, soprattutto, comprensibile al cliente finale per incrementare la consapevolezza di questo patrimonio non sfruttato che garantirebbe una serie di vantaggi difficilmente ottenibili con altre soluzioni.
Parlando invece di gas, perché i prezzi sono aumentati così tanto arrivando a toccare il picco record di oltre 300 euro al Megawattora lo scorso agosto?
Il 14 luglio del 2022 Gazprom ha chiuso i flussi del gasdotto Nord Stream 1, la principale infrastruttura per il trasporto del gas russo all’Europa, per mettere pressione ai Paesi dell’UE. Con la chiusura dei rubinetti, la Germania ha deciso di riempire i propri stoccaggi di gas in circa un mese (cosa che l’Italia aveva già iniziato a fare attraverso Snam ad aprile), facendo salire i prezzi del gas verso l’alto. A causare il forte rincaro energetico è stata dunque una situazione di mercato corto ed esigenza improvvisa, accompagnata forse da una gestione della crisi non proprio ottimale da parte di diversi Paesi dell’Unione Europea.
Al rincaro dei prezzi del gas è spesso accompagnata la parola “speculazione”. Lei è d’accordo?
Personalmente ho un punto di vista molto differente. Ci sono degli operatori di mercato che operano attraverso le regole ben precise delle commodity e dei mercati finanziari. Dentro queste regole ci sono dei reati ben noti e previsti, come ad esempio l’abuso di posizione di mercato, la violazione delle normative Antitrust e l’aggiotaggio. Se la parola speculazione si riferisce a uno di questi reati, penso che si debba indagare e dimostrare che siano stati effettivamente commessi. In assenza di prove, però, non credo si possa parlare di speculazione in nessun senso.
A essere cresciute a dismisura in concomitanza con i rincari del gas sono le bollette
A mio parere, se non ai livelli di picco dell’anno scorso, la volatilità del mercato è destinata a rimanere. Vedremo prezzi molto più bassi di oggi, ma anche bollette molto più alte. Tra i minimi e i massimi, probabilmente, intercorreranno poche settimane. Il motivo principale di questi rincari è da imputare alla sostituzione repentina di forniture enormi via tubo, passando a un mercato globale del Gnl dove vi è competizione per centinaia di navi gasiere che possono portare forniture, per esempio da Stati Uniti all’Europa, a seconda di chi ha maggiori possibilità di spesa. Ed è proprio questo a lasciare l’intero mercato europeo esposto a volatilità.
Che cosa si può fare? Ebbene, mi sentirei di consigliare ai consumatori di tornare a guardare i contratti di fornitura a prezzo fisso, che diversi operatori hanno ricominciato a offrire sul mercato. Ovviamente, firmare un contratto a prezzo fisso comporta il rischio di trovare, successivamente, un costo di mercato più basso rispetto al contratto stipulato: anzi, sarà quasi una sicurezza in determinati momenti. Ma lo stesso discorso vale anche all’opposto.