Energia, riciclare fotovoltaico conviene: il business vale 2,7 mld di dollari

Attualmente il ricavato dall'estrazione di alluminio, rame, argento e polisilicio è pari a 170 milioni di dollari

Economia
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Nel 2030 il valore dei componenti riciclati dai pannelli fotovoltaici supererà i 2,7 miliardi di dollari

Uno studio della società norvegese Rystad Energy rivela come alluminio, rame, polisilicio e argento recuperati possono crescere fino a 80 miliardi di dollari entro il 2050.

Fonte rinnovabile, ma con limiti dettati dall'attività di riciclo. I pannelli fotovoltaici sono composti in gran parte da materiali riciclabili, e il processo di lavorazione post mortem ha ancora dei costi troppo elevati. Lo scenario è però destinato a cambiare rapidamente.

Già nel 2030 le previsioni fissano a oltre 2,7 miliardi di dollari il valore dei materiali riciclabili ricavati da pannelli fotovoltaici. E nel 2050 lo stesso valore crescerà fino a 80 miliardi di dollari. Sono alcuni dei dati emersi dall’analisi di Rystad Energy, società di consulenza norvegese con focus su energia e business intelligence.

Attualmente il ricavato dall'estrazione di alluminiorame, argento e polisilicio è pari a 170 milioni di dollari.

È un mercato ancora agli inizi, anche perché le discariche rappresentano la soluzione più economica per lo smaltimento e gli attuali prezzi di rivendita dei materiali solari fotovoltaici riciclati non compensano i costi di trasporto, smistamento e lavorazione.

La crisi energetica e il caro materie prime hanno però impresso un'accelerazione alla diffusione del fotovoltaico, il cui riciclo è considerato un “elemento essenziale della transizione energetica” ed è destinato a crescere fino a toccare, secondo le stime, 27 milioni di tonnellate all'anno entro il 2040.

“Le nostre previsioni -  spiega Kristin Stuge, analista di Rystad Energy - mostrano che i materiali recuperati dai pannelli in pensione potrebbero rappresentare il 6% degli investimenti nel solare fotovoltaico entro il 2040, rispetto a solo lo 0,08% di oggi”.

La domanda di questi componenti salirà per due ragioni: l'aumento delle installazioni e la crisi della catena di approvvigionamento. Lo scenario è quello a zero emissioni nette fissato dall'Agenzia internazionale per l'energia: un quadro che prevede che il 40% (il 53% secondo Rystad) della potenza mondiale nel 2050 sarà generata dall'energia solare, equivalente a 19 Terawatt.

A oggi l'energia solare rappresenta invece poco più del 3% del mix energetico globale. Il riciclo del fotovoltaico può fornire l'8% del polisilicio, l'11% dell'alluminio, il 2% del rame e il 21% dell'argento necessari per riciclare i pannelli fotovoltaici installati nel 2020 per soddisfare la domanda di materiali. 

Questo potenziale di recupero può alleviare le tensioni sul settore minerario e ridurre il peso ecologico dei pannelli solari fotovoltaici.

Ipotizzando una durata di 15 anni di un pannello fotovoltaico e analizzando l'attività di installazione nel 2022, Rystad ha inoltre stimato (con previsioni al 2037) quali regioni e paesi trarranno maggiori benefici dal riciclo dei materiali fotovoltaici.

La Cina dovrebbe rappresentare il 40% delle installazioni globali quest'anno e quando questi pannelli completeranno il loro ciclo, il valore di riciclo è stimati in 3,8 miliardi di dollari, su un totale globale di 9,6 miliardi di dollari. 

L'India sarà al secondo posto con un valore stimato di 800 milioni di dollari, seguita dal Giappone con un valore di 200 milioni di dollari. Dopo il continente asiatico, il valore del materiale riciclabile in Nord America nel 2037 dovrebbe essere di 1,5 miliardi di dollari, con l'Europa destinata a detenere 1,4 miliardi di dollari.