Eni, Descalzi "Metano a rischio aumento, pronti ad accogliere nuovi azionisti"

"I prezzi del gas nei prossimi mesi? Le incognite sono tante la principale riguarda la Cina"

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Eni, Descalzi: "Il prezzo del metano a rischio aumento, pronti ad accogliere nuovi azionisti"

"I prezzi del gas nei prossimi mesi? Le incognite sono tante la principale riguarda la Cina, ora è un po' depressa ma se dovesse ripartire i prezzi risalirebbero". A sottolinearlo è l'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi, che, in un'intervista a La Stampa, commenta i risultati del gruppo dello scorso esercizio conseguiti in scenari "incerti e volatili", che in questi anni sono diventati una costante nel settore dell'energia. "Abbiamo migliorato gli obiettivi che ci eravamo dati per il 2023 in uno scenario depresso che ha visto il prezzo del gas perdere più del 60% e più del 18% il petrolio" e "nonostante questo abbiamo ottenuto il secondo miglior risultato degli ultimi 12-13 anni", rileva Descalzi. Ora, il numero uno dell'Eni si dice "pronto ad accogliere a braccia aperte" nuovi investitori quando il Mef deciderà di cedere il 4% di Eni.

Alla domanda se si possa essere sufficientemente tranquilli sul fronte delle forniture di gas a due anni di distanza dall'ultima crisi, "se domani - spiega Descalzi - la Cina aumenta il suo consumo allora i prezzi salgono. In questa fase però la Cina, che copre il 25-30% del mercato del gas, non è in una fase di grandissimo consumo. Quanto agli approvvigionamenti chiuderemo il periodo invernale con gli stoccaggi pieni al 50%. Non abbiamo ancora compensato tutto il gas russo, ma per effetto del calo dei consumi e, purtroppo, di un maggior utilizzo del carbone, quello che stiamo importando è più che sufficiente".

Quanto alla possibile quotazione di Plenitude, "è sempre nei nostri programmi - conferma l'ad di Eni - ma nel contesto esterno, prima il covid, poi la guerra Russia-Ucraina, adesso Gaza, i problemi del Mar Rosso e la Cina un po' depressa, la Borsa sale e scende senza criterio. In una situazione del genere, con estrema prudenza, come primo passo abiamo preferito cedere il 9% agli svizzeri di Eip che hanno riconosciuto a Olenitude un valore di 10 miliardi. Quando i mercati si saranno stabilizzati vedremo che fare".