Eredità Agnelli, i continui traslochi delle opere di Picasso e Monet. L'accusa: "Sottratti così 32 mln al Fisco"

Le motivazioni del decreto di sequestro preventivo di 74,8 mln a John, Lapo e Ginevra Elkann

di Redazione Economia
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Gianni Agnelli e i quadri Lo stagno delle ninfee (1899) di Claude Monet e Donna che piange di Pablo Picasso (1937)
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Eredità Agnelli, i "regali" preziosi di nonna Marella: quadri di Picasso, Monet, de Chirico...

L'eredità Agnelli resta al centro delle cronache dopo il maxi sequestro preventivo da 74,8 milioni di euro ai danni di John, Lapo e Ginevra Elkann, accusati dalla Procura di Torino di evasione fiscale e truffa. Tutto ruota intorno agli averi di nonna Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli deceduta nel 2019. Al centro dell'inchiesta però non c'è solo il denaro ma anche la prestigiosa e ricca collezione d’arte. Marella - riporta La Verità - era nota non solo per essere un’icona di stile, almeno così la definivano i settimanali patinati, ma anche per il suo raffinato gusto artistico che si integrava con quello di suo marito. Gli ambienti delle sue proprietà, infatti, erano arricchiti da capolavori di maestri come Claude Monet, Andy Warhol, Giorgio de Chirico e Pablo Picasso.

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I pm sospettano che il patrimonio finito agli Elkann - prosegue La Verità - fosse stato già definito prima ancora che si aprisse ufficialmente la successione. Un gioco di prestigio e di continui traslochi nel quale al momento giusto i beni più preziosi sarebbero scomparsi dall’inventario ufficiale per finire direttamente nelle mani degli Elkann. Il pm parla di "un ingiusto profitto". Il totale: 170 milioni di euro (che insieme a quote societarie e altri beni avrebbe comportato un danno all’erario stimato dai pm in 32 milioni di euro).

Si parla tra le altre opere - conclude La Verità - del Glaçons, effet blanc di Monet, valore stimato oltre 17 milioni di euro, del Baskia di Andy Warhol e Jeanmichel Basquiat da 2 mln e mezzo. Ma c’è un giallo nel giallo. Alcune opere d’arte, aveva denunciato Margherita, non erano state più rinvenute. Sparite. Si parla di un Giacomo Balla, di un de Chirico, di un Monet e di due Bacon , oltre a due Picasso e a un Modigliani. Tutti di proprietà dell’avvocato Agnelli. All’appello, alla fine, mancavano 39 tele. E alcune "sono risultate comprese tra i falsi regali a favore dei fratelli Elkann e, per questo", valutano gli inquirenti, "non inclusi nella successione".