Ericsson in rosso, ma meglio del previsto. Pesa la svalutazione di Vonage

La società ha visto un calo del fatturato in India ma un deciso aumento nel Nord America (+14%)

di Maddalena Camera
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Ericsson in rosso, ma meno del previsto. E il titolo accelera in Borsa

Risultati del secondo trimestre migliori delle attese per Ericsson grazie all'aumento di vendite in Nord America, dove sono ripresi gli investimenti in apparati di rete 5G e, soprattutto, il produttore europeo non soffre la concorrenza dei giganti cinesi del settore Huawei ma anche Zte, ai quali, per questione di sicurezza, sono state da tempo interdette le vendite. 

Nel trimestre i ricavi sono comunque scesi del 7%, dato che le società di tlc che hanno bilanci non certo floridi fanno fatica a investire sulle reti 5G, chiudendo a 59,9 miliardi di corone (5,69 miliardi di dollari) superando comunque i 58,3 miliardi attesi dagli analisti. La società ha visto un calo del fatturato in India ma un deciso aumento nel Nord America (+14%).

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"Ci aspettiamo che le condizioni di mercato rimangano difficili quest'anno, dato che il ritmo degli investimenti in India rallenta, ma le nostre vendite beneficeranno nel secondo semestre delle consegne a contratto in Nord America", ha detto l'ad di Ericsson Börje Ekholm. Ericsson sta beneficiando di un importante contratto con il gigante delle tlc At&t strappato alla rivale Nokia.

Secondo il direttore finanziario Lars Sandström il secondo trimestre in Nord America è stato favorito, oltre che da At&t anche dagli ordini di altri importanti clienti di cui non ha fatto i nomi.

Paolo Pescatore, analista di PP Foresight, ha detto che i risultati sono "incoraggianti viste le difficili condizioni di mercato”. Da registrare che il margine lordo trimestrale rettificato del gruppo è salito al 43,9% dal 38,3% dell'anno precedente, proprio a causa dello spostamento delle vendite dall'India al mercato statunitense che garantisce margini più elevati.

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Il gruppo ha però dovuto registrare una perdita negli utili adjusted prima degli interessi e delle imposte di 11,9 miliardi di corone (oltre un miliardo di euro) contro un utile di 2,8 miliardi (250 milioni di euro) di un anno prima, a causa di una svalutazione, già comunicata al mercato, della società di comunicazioni cloud Vonage.

Per comprare l’americana Vonage, Ericsson ha speso 6,2 miliardi di dollari in contanti, prezzo ritenuto elevato dagli analisti, con l’obiettivo di rafforzare la sua presenza nel settore delle comunicazioni aziendali e di diversificare il business, tradizionalmente incentrato sulle reti mobili.

Dopo l’operazione, però la società ha dovuto effettuare una prima svalutazione di circa 3 miliardi di euro (oltre 30 miliardi di corone svedesi) nell’autunno del 2023. A questa si aggiunge la seconda svalutazione, annunciata pochi giorni, fa da 1 miliardo di euro (11,4 miliardi di corone) che porta il totale a oltre 4 miliardi di euro, circa due terzi del prezzo pagato. In Borsa il titolo questa mattina ha aperto mettendo a segno un rialzo dell'8% che però si è ridotto col passare delle ore al 2,33%.