EssilorLuxottica: l’impero degli occhiali ora vale oltre 100 miliardi

EssilorLuxottica: l’impero degli occhiali ora vale oltre 100 miliardi. La visione di Del Vecchio e la strategia (presente) vincente

di redazione
Economia

EssilorLuxottica: l’impero degli occhiali ora vale oltre 100 miliardi

Non capita tutti i giorni che un’azienda italiana (e francese) raggiunga la stratosferica capitalizzazione di 100 miliardi di euro. Eppure, è proprio quello che ha fatto EssilorLuxottica, che oggi si conferma non solo un leader mondiale nel settore degli occhiali, ma anche un modello imprenditoriale vincente. Un colosso che ha saputo evolversi, adattarsi e crescere, grazie a una strategia che mescola visione a lungo termine, innovazione e una gestione manageriale solida e continua. Ma dietro i numeri da record, c’è una storia che parte da lontano, dai sogni di un uomo straordinario: Leonardo Del Vecchio.

La visione di Del Vecchio e i passaggi di testimone

Quando Leonardo Del Vecchio, con una piccola bottega ad Agordo, iniziò a produrre occhiali nel 1961, nessuno avrebbe potuto immaginare che quella piccola azienda artigianale sarebbe diventata il colosso che è oggi. Ma Del Vecchio aveva una visione: creare un’azienda che potesse dominare il mercato globale, unendo la capacità manifatturiera con un network distributivo solido. Questo mix si è dimostrato vincente, portando Luxottica a diventare leader nel settore.

Il primo grande scatto arriva sotto la guida di Andrea Guerra, l’uomo che dal 2004 al 2014 ha saputo trasformare Luxottica in una macchina perfetta, facendola crescere a ritmi vertiginosi. Guerra era l’uomo dei numeri e dell’efficienza, capace di portare Luxottica a conquistare mercati e a rafforzare le partnership con marchi iconici come Ray-Ban, Oakley e Persol. La fusione con Essilor, nel 2018, è stato il coronamento di questa crescita, e non un caso isolato, ma il frutto di un progetto lungamente meditato. Del Vecchio, già negli anni precedenti, aveva intuito che per mantenere il primato mondiale nel settore, non bastava più produrre gli occhiali: bisognava anche dominare il settore delle lenti. Ed ecco che EssilorLuxottica prende forma.

Poi, nel 2014, lo strappo: Guerra lascia e Del Vecchio torna a capo dell’azienda. In quel momento, molti credevano che l’era d’oro fosse finita. Ma il vecchio leone aveva ancora molto da dire. Il successore designato, Francesco Milleri, uomo di fiducia di Del Vecchio e uno dei pochi in grado di raccogliere il testimone, ha dimostrato di essere l’uomo giusto al momento giusto. La sua gestione manageriale, più vicina alla visione imprenditoriale di Del Vecchio che a quella di Guerra, ha permesso a EssilorLuxottica di superare le turbolenze del mercato e di emergere come un gigante nel suo settore.

Il modello vincente di EssilorLuxottica

Ma cosa rende EssilorLuxottica così speciale? Innanzitutto, la capacità di integrare verticalmente tutte le fasi del business. Poche aziende al mondo possono vantare un modello così completo: Essilux progetta, produce e distribuisce occhiali, controllando ogni singola fase della filiera. Questo significa maggiore controllo sui costi, ma anche sulla qualità e sull’innovazione. Un esempio? L’impegno costante nella ricerca tecnologica. Non parliamo solo di montature, ma di lenti che integrano soluzioni innovative per migliorare la visione. E questa continua spinta all’innovazione è ciò che mantiene l’azienda un passo avanti rispetto ai competitor.

Poi c’è l’intuizione di Del Vecchio: fare crescere il brand attraverso acquisizioni strategiche. Negli anni, Luxottica ha messo sotto il proprio controllo marchi prestigiosi come Ray-Ban, Oakley e Persol, ma anche creato partnership con le grandi case della moda, da Armani a Chanel, diventando il partner preferito per chi vuole occhiali di alta gamma.

Il successo della fusione con Essilor ha aggiunto un nuovo tassello. Le sinergie ottenute dalla fusione sono state enormi, sia in termini di efficienza che di espansione globale. Oggi, EssilorLuxottica è presente in ogni angolo del pianeta, con una presenza massiccia in Europa, America e Asia. Ma non è solo una questione di dimensioni. Essilux ha saputo costruire un modello di business resiliente, capace di affrontare crisi globali come la pandemia e, anzi, di emergere ancora più forte.

Il sogno incompiuto di Del Vecchio

Ora, con una capitalizzazione di oltre 100 miliardi, EssilorLuxottica guarda al futuro con ottimismo. Ma c’è ancora un sogno, un desiderio, che Del Vecchio aveva coltivato fino all’ultimo: quello di vincere la partita in Generali. Non è un mistero che il fondatore di Luxottica avesse accumulato una partecipazione significativa nel colosso delle assicurazioni di Trieste, con l’obiettivo di avere una voce importante nel suo consiglio di amministrazione.

Gli eredi di Del Vecchio, che oggi siedono sulle ricchezze e sui successi del patriarca, hanno davanti a sé un bivio. Continuare a consolidare il modello Essilux, già un campione globale, o realizzare anche quell’ultimo sogno che Leonardo non ha potuto completare in vita. Generali è un pezzo di storia industriale italiana, proprio come Luxottica lo è stato per gli occhiali. Chissà se ora è il momento giusto per compiere l’ultimo passo e chiudere il cerchio.

Un’azienda che vale più di 100 miliardi ha dimostrato di saper vincere sul mercato globale. Ma a volte, anche i sogni più grandi aspettano solo l’occasione giusta per essere realizzati. Gli eredi di Del Vecchio hanno dimostrato di saper gestire un impero. Ora, possono dimostrare di saper completare la sua ultima, grande visione.

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