Euroapi, in vendita lo stabilimento di Brindisi. A rischio 250 dipendenti

La società ha chiuso il 2023 con una perdita di quasi 190 milioni di euro, di gran lunga superiore ai 15 milioni del 2022

di Redazione Economia
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Euroapi verso la cessione dello stabilimento di Brindisi

In vendita lo stabilimento di Brindisi di Euroapi. Lo spinoff della multinazionale francese Sanofi, nel contesto di un piano di riorganizzazione, ha inserito il sito pugliese tra i possibili oggetti di “disinvestimento”. Una scelta che riguarda circa 250 dipendenti e che, malauguratamente, non ha mancato di destare preoccupazione.

Al momento, infatti, non è dato sapere se l’azienda abbia già avviato trattative con investitori interessati. Né i messaggi dei vertici paiono rassicuranti: nel presentare i conti del 2023 agli analisti, infatti, come scrive il Corriere, la presidente di Euroapi, Viviane Monges, ha rimarcato che le priorità del gruppo saranno “la gestione della liquidità” e “l’attuazione del piano di trasformazione”, che avrà gravi conseguenze per i dipendenti”.

Il rosso di Euroapi

Euroapi ha ereditato l’impianto di Brindisi da Sanofi, da cui si è separata nel 2022 quotandosi alla Borsa di Parigi. Da allora, l’ex casa-madre ha ridotto alcune commesse, aggravando un contesto generale già problematico.

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La società ha chiuso il 2023 con una perdita di quasi 190 milioni di euro, di gran lunga superiore ai 15 milioni del 2022, a causa di pesanti svalutazioni che per 49 milioni hanno interessato anche lo stabilimento pugliese. L’azienda ha infatti deciso di interrompere la fabbricazione di 13 principi attivi farmaceutici con margini di profitto bassi o negativi, alcuni dei quali sono prodotti proprio a Brindisi.

Il tracollo in Borsa

Le perdite ingenti e superiori alle attese, unite alle previsioni fosche per l’anno in corso, hanno causato un tracollo del titolo in Borsa. A Parigi Euroapi ha chiuso in calo del 43%, scivolando sotto i 400 milioni di capitalizzazione. Fra i suoi azionisti, oltre all’ex proprietaria Sanofi con il 29%, figurano la banca di investimento pubblica francese Bpifrance con il 12% e il colosso della cosmetica L’Oréal con il 5,4%.