Evergrande, Lagarde: Ue poco esposta. In Italia bond a Fideuram-Mediobanca

Dopo Powell, anche la Bce tranquillizza gli investitori europei: "Esposizione diretta limitata". Mancato pagamento di interessi su bond offshore. Titolo ko a HK

Christine Lagarde
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Economia
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Dopo la Federal Reserve, anche la Bce getta acqua sul fuoco dei timori sul contagio finanziario sui mercati internazionali da parte dell’imminente default di Evergrande, il secondo operatore cinese del real estate gravato da un fardello di 305 miliardi di dollari di debito, con circa 19 miliardi di dollari di obbligazioni in dollari quotate in circolazione ormai downgradate a junk. Spazzatura.

"Stiamo monitorando” la crisi del gigante immobiliare del Dragone "e oggi ho avuto un briefing perchè penso che tutti i mercati finanziari siano interconnessi", ma "in Europa e nell'area dell'euro, in particolare, l'esposizione diretta è limitata”, ha tranquillizzato gli investitori e gli operatori finanziari Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea, in una intervista all'emittente Cnbc.


 

Alla domanda se l’Eurotower fosse preparato alla prospettiva di un caotico effetto a catena globale in caso di crollo di Evergrande, Lagarde ha precisato che "per il momento, quello che stiamo vedendo è un impatto incentrato sulla Cina. Non posso parlare per gli Stati Uniti, ma posso dire per l'Europa che la sua esposizione diretta è limitata". Per gli States, ci aveva il presidente della Fed Jerome Powell che, come la numero uno della Bce, aveva spiegato come i problemi del colosso dai piedi d’argilla fondato dal miliardario Xu Jiayin e da 70 miliardi di fatturato sembrino tipici della Cina.

Non vedo un parallelo con il settore corporate statunitense”, aveva sottolineato infatti il banchiere centrale americano riferendosi a quanti tracciano un parallelismo fra lo tsunami del 2008 causato sui mercati dai mutui subprime americani e il caso Evergrande. Alle obbligazioni emesse dal gruppo con sede a Shenzen che vanno dal marzo 2022 al giugno 2025 e finite in tensione sono esposti colossi occidentali come Ashmore, BlackRock, Ubs, Hsbc, Pictet, Vanguard e, seppure per cifre irrisorie, le italiane Fideuram e Mediobanca. Attività che, nello scenario peggiore, dovranno essere messe a bilancio come perdite nette, dal momento che è sempre meno probabile che Pechino rimborsi gli obbligazionisti stranieri. Secondo Bloomberg, il maggiore investimenti è quello della britannica Ashmore, per circa 500 milioni di dollari nel complesso.


 

Seguono il colosso statunitense dell’asset management BlackRock, con circa 400 milioni, l’elvetica Ubs, con 300 milioni, e l’anglo-asiatica Hsbc, con 200 milioni. A chiudere il lotto delle esposizioni maggiori il gruppo Invesco e Pictet. Ma a sorpresa anche due italiane hanno investimenti in Evergrande e che saranno soggetti a probabili write-off. Si tratta di Fideuram, asset manager del gruppo Intesa Sanpaolo, e di Mediobanca. La prima è esposta per 4,35 milioni di dollari sul bond con scadenza l’11 aprile 2022, mentre la seconda per circa 672 mila euro sull’obbligazione denominata nella divisa di Hong Kong con maturità al 14 febbraio 2023, attraverso la filiale lussemburghese di Piazzetta Cuccia. Cifre che dimostrano come per il momento, come anche sottolineato da Powell e da Lagarde, il contagio finanziario diretto ad Occidente sia molto limitato.

Del resto, lo scenario della detonazione controllata e del contagio locale (le stesse banche cinesi si sono espresse in questo senso nel tranquillizzare i propri investitori) è condiviso dalla maggior parte degli analisti che stanno seguendo il crack immobiliare nel Dragone.

Intanto, dopo le indiscrezioni rilanciate dal Wall Street Journal secondo cui il governo centrale di Pechino avrebbe preallertato le autorità locali di prepararsi al default e i mancati dettagli non forniti da Evergrande sulle modalità di pagamento entro i prossimi 30 giorni delle scadenze sugli interessi, il titolo del gruppo del real estate è scivolato nuovamente alla alla Borsa di Hong Kong, toccando i minimi intraday  (-11,61% a 2,36 dollari) anche per il mancato pagamento degli interessi da 83,5 milioni sui coupon in scadenza ieri su un bond offshore e in dollari,  un test decisivo sulla capacità dello sviluppatore di evitare il default.

E' stata invece onorata sul mercato interno degli investitori cinesi, dopo aver "risolto" per via negoziale la questione, la cedola da 35,9 milioni di dollari sull'obbligazione domestico in valuta locale maturata ieri.