Ex Ilva, "serve una quota pubblica". I sindacati vogliono lo Stato nell'acciaieria

Lanciato il bando. De Palma (Fiom-Cgil): "No a padri padroni"

di Redazione
EX ILVA, MANIFESTAZIONE DI PROTESTA A TARANTO PER IL RISCHIO DI CHIUSURA
Economia

De Palma (Fiom-Cgil), 'nell'ex Ilva serve una quota pubblica'

"L'ex Ilva è strategica per il nostro Paese. Il punto è dimostrare che è possibile fare industria insieme ai cittadini e ai lavoratori. Chiunque vincerà il bando non dovrà diventare un padre padrone, ma dovrà tenere conto di tre elementi per non fallire: produzione, transizione energetica ed ecologica occupazione", così Michele De Palma, leader della Fiom-Cgil, che in una intervista rilasciata a Repubblica e rilanciata dall'Ansa, commenta il bando per l'acquisizione dell'acciaieria di Taranto.

Sei gruppi, due italiani, sono interessati all'Ilva. Chi arriverà "dovrà dimostrare non solo la volontà, ma la capacità di investire. Cosa che non è avvenuta prima. Per questo è necessaria la presenza pubblica. Non per un vezzo statalista, ma per una ragione strategica - prosegue De Palma -. Serve un pubblico che detti la linea, non che abbia un ruolo da notaio: non basta segnalare le mancanze all'ufficio competente. La siderurgia italiana, grazie ai privati, ha già fatto passi importanti sulla transizione e l'uso dei forni elettrici. L'ex Ilva è sempre stata percepita come una cosa esterna al sistema, ora c'è l'occasione, grazie al pubblico, di avere un sistema integrato".

Il sindaco di Taranto, Melucci, dice che la tutela dell'ambiente e della salute viene prima di tutto, anche dell'occupazione. "E' una posizione che sottintende una cultura che non condivido. Sono i lavoratori che hanno lottato per la salute e l'ambiente. A loro non si può dire ti licenzio - rileva De Palma -. A loro si dice insieme cambiamo la fabbrica. Altrimenti chi ha fatto i danni esce indenne e gli altri pagano dazio. Al sindaco di Taranto dico che la transizione si fa con i lavoratori non contro".

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