Ex-Ilva, ArcelorMittal tenta il rilancio in extremis. Spuntano Arvedi e Vulcan

Si lavora sulla riduzione del socio privato dal 62 al 34%, con la rinuncia al controllo condiviso. Sullo sfondo si affacciano nuovi pretendenti

di Redazione Economia
Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e Lucia Morselli
Economia

Ex-Ilva, ArcelorMittal tenta il rilancio in extremis. Spuntano Arvedi e Vulcan

"I colloqui rimangono aperti, fino all'ultimo ci sono opportunità". Questo è il riassunto fornito dalle fonti governative sulla crisi dell'ex Ilva, descrivendo lo stato dei contatti con ArcelorMittal dopo l'approvazione del decreto legge che semplifica l'attivazione dell'amministrazione straordinaria "d'ufficio", un passo che Invitalia potrebbe intraprendere all'inizio di febbraio. Effettivamente, ci sono stati sviluppi. ArcelorMittal avrebbe inviato una lettera direttamente alla delegazione governativa coinvolta nella questione, manifestando la disponibilità a riprendere il dialogo. Questo è quanto riporta Il Sole 24 Ore. Il governo risponderà richiedendo impegni concreti.

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Si sta cercando di capire se si possa giungere a un accordo all'ultimo minuto su un'ipotesi precedentemente avanzata dai ministri, ma respinta categoricamente da ArcelorMittal: una riduzione della quota del socio privato dall'attuale 62% al 34% o anche meno, con la contemporanea rinuncia al controllo condiviso. ArcelorMittal aveva accettato l'idea di ridurre la sua partecipazione azionaria, ma non era disposta a concedere il controllo al governo né ad assumersi impegni su futuri investimenti proporzionali. Ora il governo auspica un dietrofront da parte di ArcelorMittal. In caso contrario, si procederà con la procedura forzata dell'amministrazione straordinaria, dopo che il decreto (entrato in vigore ieri) ha di fatto bloccato anche l'ultimo tentativo dell'amministratore delegato dell'azienda, Lucia Morselli, di attivare una procedura negoziata per risolvere la crisi. Tuttavia, la mossa effettuata con il decreto è stata considerata dalla controparte come una forzatura giuridica inaccettabile. Se si proseguirà su questa strada, il ricorso al Tar sembra probabile, così come una richiesta di indennizzo.

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Nel frattempo, è stato tenuto un incontro virtuale tra il ministro delle Attività Produttive e del Made in Italy, Adolfo Urso, il ministro del Lavoro Marina Calderone e le imprese dell'indotto che temono che i loro crediti verso l'azienda vadano persi con l'amministrazione straordinaria. Ieri mattina, un'associazione dell'indotto, l'Aigi, ha portato le proprie imprese a manifestare con i mezzi aziendali sulle statali Appia e Ionica alle porte di Taranto, bloccando il transito. La protesta è stata sospesa nel pomeriggio. Tuttavia, la situazione rimane tesa, con le imprese preoccupate e insoddisfatte delle risposte del governo finora. Le imprese desideravano maggiori certezze su crediti e occupazione, preferibilmente in tempi brevi. Il ministro Urso ha spiegato che è necessario seguire la legge e che non è possibile espropriare l'azienda. Ha sottolineato che occorre attendere che si completi un percorso che ha avuto inizio il 17 gennaio, quando Invitalia ha trasmesso ad Acciaierie una lettera in cui chiede di verificare i requisiti per l'amministrazione straordinaria.

Da quel momento, decorrono 15 giorni per la risposta della società. Il ministro ha dichiarato che occorre attendere le risposte dell'amministratore delegato. In questa fase, l'AD è responsabile legalmente per la continuità dell'azienda e per eventuali danni che potrebbero derivare dalla sospensione della produzione o dalla cessazione delle attività di manutenzione. Urso ha spiegato che quando Invitalia avrà la risposta in merito alle condizioni di insolvenza, si potrà valutare se procedere con l'amministrazione straordinaria ordinaria o quella prevista dalle nuove norme.

Nel caso in cui si opti per l'amministrazione straordinaria con la procedura forzata, sarà necessario che i commissari straordinari abbiano la disponibilità dell'azienda e svolgano una prima ricognizione su ciò che è già presente. Urso e Calderone si sono dichiarati disponibili a migliorare il nuovo decreto legge sia nella parte finanziaria, prevedendo risorse aggiuntive oltre i 32 milioni per il 2024, sia in quella applicativa, con riferimento alla cassa integrazione attualmente prorogata per l'intero anno. Riguardo agli assetti futuri, Urso ha affermato: "Stiamo già discutendo con diversi - e quando parlo di diversi, intendo più di 3-4 - interlocutori importanti a livello internazionale, interessati a investire nell'ex Ilva di Taranto". Arvedi e Vulcan Green Steel sembrano essere tra i principali interessati.
 

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