Ex-Ilva, Gozzi: "Tutta colpa dell'Europa, ormai l'azienda è insolvente"

Il presidente di Federacciai stima che, nel caso dell'ex Ilva, sarebbe necessario acquistare 8 milioni di tonnellate di CO2 a 100 euro per tonnellata

di Redazione Economia
Antonio Gozzi
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Ex-Ilva, Gozzi: "Situazione disperata". Ecco perchè 

La recente crisi a Taranto, che coinvolge ArcelorMittal e il governo italiano, è il risultato diretto delle politiche dell'Unione Europea. Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, sostiene in un'intervista a La Stampa che il ritiro degli investimenti da parte dell'azienda indiana sia il frutto di una valutazione legittima su dove convenga effettuare gli investimenti. Secondo Gozzi, Mittal ha scelto di concentrarsi sull'India, con la sua popolazione di 1,4 miliardi di abitanti e una produzione di acciaio di soli 150 milioni di tonnellate. In confronto, la Cina, con una popolazione simile a quella dell'India, produce oltre un miliardo di tonnellate di acciaio, rappresentando un mercato più attraente.

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L'analisi di Gozzi solleva interrogativi sulla strategia dell'UE, sottolineando che l'eliminazione delle quote gratuite di CO2 è stata un errore. Le quote subiranno uno slittamento dal 2027 fino a essere azzerate nel 2029. Quando le aziende non potranno più beneficiare delle quote gratuite, saranno costrette a decarbonizzare o acquistare quote a un costo significativo. Gozzi stima che, nel caso dell'ex Ilva, sarebbe necessario acquistare 8 milioni di tonnellate di CO2 a 100 euro per tonnellata, comportando una spesa annua di 800 milioni di euro.

La situazione è critica non solo per l'ex Ilva, ma per l'intera industria siderurgica europea. Gozzi afferma che Mittal, il principale produttore europeo, ha già sospeso tutti gli investimenti in vari paesi europei, compresi stabilimenti altamente performanti in Francia e Germania. Quando si affronta la questione della decarbonizzazione, Gozzi critica il mancato impegno finanziario, sottolineando che l'UE non ha stanziato fondi significativi per questo scopo. Inoltre, fa notare che finanziamenti precedenti, come il miliardo di euro concesso da Draghi all'ex Ilva, sono stati revocati. Quanto al futuro dell'ex Ilva, Gozzi descrive la situazione come drammatica, con l'azienda sull'orlo dell'insolvenza. L'imprenditore suggerisce che lo Stato italiano potrebbe intervenire convertendo il prestito obbligazionario da 680 milioni in capitale, con il possibile sostegno dell'industria italiana. In sintesi, la vicenda tra ArcelorMittal e il governo italiano a Taranto rivela le complesse sfide che l'industria siderurgica europea sta affrontando, con ripercussioni significative sulle decisioni aziendali e sulle politiche governative.

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