Ex-Ilva, il futuro si decide in 24 ore. Lo Stato pronto a intervenire

Crisi nella siderurgia di Taranto: i sindacati chiedono l'estromissione di ArcelorMittal

di Redazione Economia
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Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti e Lucia Morselli
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Ex-Ilva, il futuro si decide in 24 ore. Lo Stato pronto a intervenire

A meno di 24 ore dall'assemblea cruciale per l'ex Ilva di Taranto, la situazione dell'azienda è così intricata che i sindacati si sono uniti nel chiedere l'allontanamento del socio privato ArcelorMittal, il principale azionista di Acciaierie d'Italia con il 62%, affiancato da Invitalia (38%). L'unità di intenti tra i sindacati riflette la preoccupazione comune che la stessa governance possa essere mantenuta, prolungando l'agonia dell'azienda con un'iniezione di capitali ritenuta minima e del tutto insufficiente. Le ultime indiscrezioni indicano che la governance sarà smantellata e l'azienda potrebbe essere commissariata, evitando però la liquidazione. Le modalità precise di scioglimento di Acciaierie d'Italia non sono ancora chiare, ma per l'ex Ilva, questo rappresenterebbe un nuovo commissariamento dopo quello del 2015.

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Per l'indotto, a cui l'azienda deve almeno 350 milioni di euro, la prospettiva di uno scioglimento o commissariamento rappresenterebbe una garanzia di pagamento regolare. La decisione segnerebbe la fine dell'era Mittal e della gestione di Lucia Morselli. Gli appelli dei sindacati sono chiari: il governo deve estromettere ArcelorMittal per inadempienza contrattuale e richiedere un risarcimento per i danni subiti, reinvestendo questi fondi nell'azienda. Fim, Fiom e Uilm chiedono al governo un provvedimento d'urgenza per acquisire la maggioranza di Acciaierie d'Italia e individuare soluzioni industriali affidando temporaneamente la gestione della società a produttori nazionali.

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L'assemblea dei soci, attesa con ansia, deve decidere sulla ricapitalizzazione da 320 milioni di euro per affrontare la crisi di liquidità. Secondo i sindacati, ArcelorMittal probabilmente si rifiuterà di contribuire finanziariamente, e pertanto il governo dovrebbe prendere atto di questa decisione, simile a quella del 2020 quando fu deciso un primo finanziamento pubblico di 400 milioni. Le voci indicano che lo Stato, attraverso il Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef), potrebbe essere pronto a coprire l'intero fabbisogno di Acciaierie d'Italia nel caso in cui ArcelorMittal formalizzasse il suo disimpegno. Tuttavia, la partecipazione di Invitalia e ArcelorMittal nel finanziamento è incerta, e ciò potrebbe portare a un altro rinvio nella risoluzione della crisi.

Gli scenari teorici per l'assemblea includono la partecipazione di entrambi gli azionisti al finanziamento, l'estromissione di ArcelorMittal con la gestione affidata a un nuovo management, o la messa in liquidazione di Acciaierie d'Italia. Le tensioni sono palpabili, e la decisione presa avrà conseguenze rilevanti sia sul fronte occupazionale che ambientale.