Ex-Ilva, il Tar annulla la procedura per l'impianto del preridotto Dri
Questa volta, però, il finanziamento verrà effettuato tramite fondi nazionali secondo il nuovo decreto Pnrr
Ex-Ilva, il Tar annulla la procedura per l'impianto del preridotto Dri
Una nuova procedura dovrà essere avviata per l'impianto di preridotto (Dri) destinato a alimentare i futuri forni elettrici presso l'ex Ilva a Taranto. Il Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce ha accolto il ricorso presentato da Danieli, annullando l'intero processo che lo scorso anno ha visto la società pubblica Dri d'Italia (sotto il controllo di Invitalia) assegnare a Paul Wurth "l'appalto per l'impianto di riduzione diretta da 2 milioni di tonnellate annue, da realizzarsi nell'area di Taranto (ex Ilva), del valore di circa un miliardo di euro". Questo impianto, dopo essere stato finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per evitare ritardi, ha recentemente recuperato il finanziamento di un miliardo di euro che gli era stato sottratto. La decisione è riportata da Il Sole 24 Ore. Questa volta, però, il finanziamento verrà effettuato tramite fondi nazionali secondo il nuovo decreto Pnrr.
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Nella sentenza, i giudici della seconda sezione sottolineano che la società Dri "è stata creata per soddisfare l'interesse generale nell'ambito della decarbonizzazione del settore siderurgico", evidenziando che "il pubblico interesse ambientale è lo scopo perseguito dal legislatore attraverso la realizzazione dell'impianto di preridotto" e non concordano con l'argomento di Dri d'Italia secondo cui "si tratterebbe di un'attività commerciale". "È proprio la legge - affermano - a definire il fine pubblico e il modo operativo (anch'esso pubblico) a cui Dri deve attenersi, identificando sia il tipo di intervento, sia le risorse pubbliche necessarie per realizzarlo". Per il TAR, quindi, "la procedura, lontana dall'avere un carattere privatistico, è soggetta alle disposizioni sui contratti pubblici".
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E il fatto che il Dri "non sia più incluso negli obiettivi del Pnrr, avendo recentemente ricevuto finanziamenti pubblici dal bilancio statale", non ne diminuisce la natura pubblica. Proseguendo, i giudici notano che "è dimostrato che la procedura in questione - indetta per la fornitura dell'appalto Epc (Engineering, procurement and construction), ovvero l'appalto chiavi in mano, con la realizzazione di un'opera progettata e costruita dall'appaltatore - è stata, in realtà, assegnata a un'offerta con caratteristiche di proposta Ep (Engeneering and procurement), riguardante solo la progettazione e la fornitura dell'opera. L'offerta del vincitore è, in definitiva, diversa e, comunque, notevolmente carente rispetto all'oggetto della commessa e ai requisiti tecnico-prestazionali minimi richiesti, quindi la stazione appaltante - una volta rilevata l'assenza di un elemento essenziale per la sua valutazione - avrebbe dovuto escluderla dalla procedura di gara".
Secondo il TAR, "Paul Wurth avrebbe dovuto essere escluso dalla procedura selettiva" poiché la sua offerta "non era confrontabile su base progettuale ed economica con altre offerte coerenti con le specifiche e i requisiti minimi stabiliti nel bando". Con la sentenza acquisita, fonti vicine a Dri d'Italia affermano che "la gara sarà rifatta, ma fino a ora erano stati effettuati solo affidamenti ingegneristici, che saranno comunque presi in considerazione alla luce del Codice degli appalti". "C'è interesse a partecipare alla nuova gara - commentano infine fonti vicine a Danieli - e speriamo che si svolga secondo regole chiare".