Ex-Ilva, torna la rabbia dell'indotto: in strada gli autotrasportatori

Segnalato un nuovo picco dell'inquinante cancerogeno registrato dalle centraline di monitoraggio nel quartiere Tamburi (Taranto)

di Redazione Economia
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Ex-Ilva, torna la rabbia dell'indotto: in strada gli autotrasportatori

Ritornano in assemblea permanente gli autotrasportatori di Casartigiani Taranto, una parte vitale e fortemente in difficoltà dell'industria Ex Ilva. Da oggi fino a venerdì 22 marzo, lavoratori e imprese si riuniranno di nuovo in sit-in dalle 6.30 alle 19 davanti alla portineria C dello stabilimento Acciaierie Italia di Taranto. "Le imprese hanno raggiunto il limite della sopportazione. Oltre al mancato pagamento dei crediti, si aggiungono gli avvisi di fermo amministrativo dall'Agenzia delle Entrate, aggravando ulteriormente la situazione già precaria", si legge in una nota. Lo scrive la Gazzetta del Mezzogiorno. 

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Queste criticità, che Casartigiani denuncia da tempo, secondo quanto lamenta l'organizzazione, sono rimaste inascoltate fino ad oggi. Ma l'indotto non è l'unico fronte con cui il nuovo commissario straordinario di Adi, Giancarlo Quaranta, dovrà confrontarsi nel prossimo futuro. Sul fronte ambientale, continua a destare preoccupazione l'emergenza benzene.

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Dopo i dati recentemente divulgati dalla Gazzetta, ieri il presidente di Peacelink, Alessandro Marescotti, ha segnalato un nuovo picco dell'inquinante cancerogeno registrato dalle centraline di monitoraggio nel quartiere Tamburi. Marescotti ha inviato una lettera aperta al Ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, chiedendo un'indagine approfondita per identificare le cause del picco di benzene e individuare i responsabili.

Il presidente di Peacelink ha anche richiesto l'adozione di misure immediate per ridurre l'inquinamento atmosferico a Taranto, in particolare nel quartiere Tamburi, e la chiusura dell'impianto da cui sono originati i picchi in questione, al fine di proteggere la salute dei cittadini.

Nella sua missiva, Marescotti ha evidenziato che ieri la centralina Arpa di via Machiavelli ha registrato un valore di 61 microgrammi per metro cubo come media oraria, ben al di sopra del valore di soglia di 27 microgrammi a metro cubo adottato come riferimento dalla comunità scientifica e dallo stato della California. Ha anche sottolineato che, purtroppo, nella normativa italiana non vi sono valori di soglia per i picchi di benzene e che questa sostanza può causare gravi problemi di salute, inclusa la leucemia.

La presenza di concentrazioni così elevate di benzene suscita gravi preoccupazioni per la salute dei cittadini di Taranto, soprattutto per i residenti del quartiere Tamburi, già afflitti da una situazione di inquinamento atmosferico cronico.

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