Ex Ilva ufficialmente in vendita: pubblicato il bando. Il valore stimato è di 1,5 miliardi di euro
Il ministro Urso ha autorizzato la pubblicazione del bando. Manifestazioni d'interesse entro il 20 settembre
Ex Ilva in vendita: la stima sul valore e i possibili scenari per l'acciaieria di Taranto
Il governo Meloni ha deciso di mettere in vendita l'ex Ilva di Taranto, per l'acciaieria è stata autorizzata ufficialmente la pubblicazione del bando da parte del ministro per il Made in Italy Alfonso Urso. Le manifestazioni d'interesse dovranno pervenire entro il 20 settembre. La mossa dell'esecutivo apre scenari inediti sull'Ex ilva e torna in bilico il futuro lavorativo per migliaia di operai. Si stima - riporta Il Quotidiano di Puglia - che l'industria pugliese potrebbe valere fino a 1,5 miliardi. Quando i commissari di Governo sono arrivati in Acciaierie d’Italia poiché l’azienda era entrata in amministrazione straordinaria, il risultato netto evidenziava una perdita di circa 200 milioni di euro relativamente ai soli mesi di gennaio e febbraio 2024. Questo perché ricavi ed altri proventi ammontavano a circa 370 milioni "nei primi due mesi del 2024 a fronte di costi operativi complessivi, ammortamenti e svalutazioni per circa 570 milioni".
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Adesso che Acciaierie, così come tutte le altre società delle due amministrazioni straordinarie (Acciaierie e Ilva), vanno verso la vendita alla luce del bando lanciato a fine luglio (manifestazioni di interesse attese entro il 20 settembre), "in via di prima e larga approssimazione" i commissari Fiori, Quaranta e Tabarelli ritengono "che il valore di cessione dell’azienda" possa attestarsi attorno ad un miliardo e mezzo di euro "inclusivo del valore di cessione del magazzino". I commissari - prosegue Il Quotidiano di Puglia - mettono a verbale che la "situazione economico-finanziaria è profondamente compromessa sia sul fronte delle perdite generate dalla gestione operativa, sia per quanto riguarda debiti e passività commerciali; livelli di magazzino (materie prime e secondarie) ridotti al minimo, con conseguenti limitazioni sulla continuità operativa degli impianti; presenza di ditte terze ridotta al minimo e non congrua ad un livello sufficiente per lo svolgimento di attività e servizi ordinari, a causa della situazione di sofferenza finanziaria generata dalla gestione precedente".