Exor, dal biomedicale, al lusso e l'IA. Un portafoglio di quasi venti società
Negli ultimi anni, la società olandese, un tempo IFI, ha espanso il suo raggio d'interesse investendo nel settore salute, lusso, tech e AI
Exor, la galassia di John Elkann
Quando Gianni Agnelli prende le redini della Fiat, la fabbrica avvia notevoli espansioni trainate principalmente dagli investimenti dell'Avvocato, come il colpaccio del 1923 con l'acquisizione della Juventus. Nel 1927, Agnelli fonda l'IFI, un'unione strategica delle sue partecipazioni in Fiat, Juventus e vari settori come alimentare, manifatturiero, trasporti, industriale e mediatico. Mentre la Fiat consolidava la sua presenza sia in Italia che all'estero, nel 1957 l'IFI acquisiva il controllo dell'Istituto Commerciale Laniero Italiano, attivo nel tessile e nella lana. Nel 1968, l'IFI viene quotata in Borsa a Milano, mantenendo un ruolo chiave nelle partecipazioni della famiglia Agnelli fino al 2003. La svolta arriva nel 2007 quando Umberto Agnelli, riorganizza interamente il gruppo con la fusione tra IFIL e IFI, creando Exor Spa nel 2009. Successivamente, Exor NV, la controparte olandese, va a sostituire Exor Spa e dal 2022 si quota solo sulla Borsa di Amsterdam.
Il portafoglio di Exor è prevalentemente composto da società di cui è azionista principale, gestendo anche investimenti suddivisi in quattro categorie: Private, Public, Seeds e Alliance tramite la partnership NUO. Con una capitalizzazione di circa 17 miliardi di euro nel 2021 e un Net Asset Value di circa 27 miliardi di euro, Exor rappresenta una storia imprenditoriale centenaria della famiglia Elkann-Agnelli. Nel 2023, si è posizionata al 317º posto nella Fortune Global 500 e al 1963º posto nella Forbes Global 2000 come uno dei gruppi più influenti al mondo.
Exor controlla numerose società di rilievo, quelle che la mantengono ben salda, come Stellantis, CNH Industrial (Case New Holland che produce veicoli industriali, macchinari per l’agricoltura), il gruppo industriale Iveco, la casa automobilistica Ferrari, la società calcistica Juventus, il settimanale The Economist e il gruppo editoriale GEDI, quest'ultimo proprietario a sua volta dei quotidiani la Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, di una catena di quotidiani locali e di varie emittenti radiofoniche. Oltre al settore automobilistico, Exor ha diversificato i suoi interessi in salute, moda e tech. Con la sua ormai ben nota versatilità, ha ampliato gli investimenti nel settore sanitario con istituzioni come Institut Merieux e Lifenet Healthcare, e nel tech con una quota del 15% in Philips. Ma Exor si è espansa anche in settori avanzati, tra cui intelligenza artificiale e nucleare, acquisendo Cloudmade e investendo in Newcleo per la fusione nucleare.
Nel 2020, Exor acquisisce l'8,87% di Via Transportation, un concorrente di Uber nel ride-sharing, con una piattaforma presente in oltre 70 città di 20 paesi. Nel 2021, Elkann collabora con i grandi marchi di lusso come Christian Louboutin e Shang Xia. Lo stesso anno, insieme a The World-Wide Investment Company Limited-Wwicl, Exor investe in medie imprese italiane con la creazione di Nuo Spa. Successivamente con 103,3 milioni acquisisce il 13% di Welltec, leader nelle tecnologie robotiche per l'industria petrolifera. Nel 2022, investe in Casavo, una piattaforma PropTech europea. A maggio 2023 il grando colpaccio con il lancio di Lingotto Investment Management, società di investimenti con un patrimonio gestito di 3 miliardi di dollari, interamente di proprietà di Exor e con sede a Londra.
Elkann si prende le quote di Andrea Agnelli
D'altro canto, la Giovanni Agnelli Bv, la holding di riferimento per l'Impero Fiat, ha registrato notevoli cambiamenti nei suoi assetti negli ultimi anni. Con il riacquisto di azioni proprie da parte della sussidiaria Exor e il completamento dell'Opa da 750 milioni, John Elkann e Dicembre hanno incrementato la loro partecipazione, avvicinandosi al 40% della holding olandese. Con questo movimento si è arrivati dunque a una significativa riduzione della quota di Andrea Agnelli, sceso al di sotto del 9% da quasi il 12%, una notevolte svolta dopo la sua uscita dalla presidenza della Juventus e dalle altre cariche in Exor un anno prima. La nuova governance si basa ora su tre blocchi principali: il Gruppo Giovanni Agnelli, il Gruppo Agnelli e il Gruppo Nasi, che sono i nuovi referenti per la nomina di rappresentanti nei board della Giovanni Agnelli Bv e di Exor.