Philips, la controllata di Elkann giù in Borsa: colpa dei ventilatori tossici
La holding della famiglia Agnelli-Elkann ha investito nella società olandese 2,6mld per il 15% delle quote
Philips scivola in Borsa: a rischio 400mln di ricavi
Non c'è pace per John Elkann che insieme alle pressioni esercitate dal Governo sul gruppo Stellantis, incappa in un altro incidente di percorso che vede coinvolta la controllata Philips, la società olandese nella quale Exor (holding di investimenti della famiglia Agnelli-Elkann) ha puntato 2,6 miliardi per il 15%, con l'ulteriore possibilità di portare la sua partecipazione fino a un massimo del 20%.
Come riporta Milano Finanza, Philips, leader nel settore dell'elettronica di consumo, si è accordata con la Food and Drug Administration (Fda) per la sospensione della vendita dei ventilatori notturni per il trattamento dell'apnea. L’accordo segue il ritiro di milioni di dispositivi nel 2021 che si erano rivelati potenzialmente tossici, infatti i ventilatori sono stati richiamati perchè la sostanza schiumosa contenuta all'interno rischiava di provocare addirittura il cancro. L’accordo con la Fda indica i cambiamenti che Philips dovrà apportare ai suoi stabilimenti Respironics a seguito dell’ok dell’autorità giudiziaria americana. Finchè le condizioni non saranno soddisfatte, nessun nuovo dispositivo "Respironics" potrà essere venduto sul mercato Usa.
Lo stop alle vendite e l'accordo co Fda, seppur necessario, avrà un impatto sul bilancio di Philips che ha già accantonato 363 milioni nel quarto trimestre di esercizio per raggiungere l’obiettivo. Il decreto è ora in fase di finalizzazione e sarà sottoposto all’approvazione del tribunale statunitense competente. Ma nell’attesa, il titolo dell'olandese crolla in Borsa e nella giornata di ieri ha toccato il minimo di 19,23 euro (con un trend negativo del 7%) per poi risalire e chiudere a quota 20,11 con un calo del 4,1%. Lieve la variazione, invece, per Exor a Milano: -0,18%. atte suo valore minimo per azione, che si è attestato a 19,23 euro con un trend negativo del 7%.
Secondo Ubs: "la vicenda comporterà per Philips una perdita di fatturato di circa 400 milioni". Secondo Ing, invece, "l’intesa con la FDA è a nostro avviso punitiva in quanto Philips impiegherà diversi anni per soddisfare i requisiti e sarà difficile recuperare la posizione di mercato di Respironics negli USA". Infatti in media occorrono dai cinque ai sette anni per conformarsi ai decreti della Fda: così il 29 gennaio il titolo ha ceduto il 4% ad Amsterdam. Il calo colpisce inevitabilmente anche gli azionisti del gigante olandese, tra cui rientra la famiglia Agnelli-Elkann. Nell’ultimo esercizio il fatturato di Philips è stato di 18,16 miliardi, con una perdita di circa 465 milioni di dollari. Un momento tutt’altro che positivo, che anche Elann si trova a dover affrontare.
Tuttavia il ceo di Philips Roy Jakobs conclude: "Ci impegniamo a rispettare l’accordo con Fda, che è un passo importante e fornisce un chiaro percorso da seguire."