Exor, pronti 9 miliardi da investire. Occhi puntati su sanità, lusso e tech

Presentato il piano industriale: 9 miliardi di liquidità, buybuck da 500 milioni e investimenti in salute, lusso, tech. Dove? in Usa e Ue in primis, ma guarda

di Marco Scotti
John Elkann e  Christine Lagarde
Economia
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Ecco dove investirà nel prossimo triennio la holding della famiglia Agnelli

Il nuovo piano industriale di Exor è pronto a partire. Presentato oggi da John Elkann, la holding della famiglia Agnelli ha annunciato che nel periodo 2022-2024 potrà mettere sul piatto nove miliardi di euro per gli investimenti. E i settori target sono già stati individuati. Il primo è quello della sanità, il secondo del lusso e il terzo è quello della tecnologia.

La holding, d’altronde, ha il portafoglio gonfio: incasserà proventi straordinari per 7,7 miliardi dopo aver perfezionato la vendita della controllata PartnerRe a Covea, a fine 2021. Ha a disposizione cassa per un miliardo e conta di avere un free cash flow di 0,33 miliardi l'anno fino al 2024 da dividendi. L'obiettivo è di impiegare mezzo miliardo in buyback, mentre altri 500 milioni dovrebbero andare alla riduzione del debito lordo all'obiettivo 2022 di quattro miliardi. Pertanto i conti sono presto fatti: l’attesa è di una capacità d’investimento di nove miliardi nel triennio da impiegare negli Usa e nel Vecchio Continente in primis, ma guardando anche all'Asia. 

Le slide presentate oggi definiscono il mondo sanitario “comparto non ciclico, molto vasto, caratterizzato da inefficienze che l'expertise della holding potrebbe correggere”. Bisogna capire meglio su che cosa vorrà focalizzarsi la holding. È ovvio che pensare a un investimento nel mondo medicale sia quanto mai di attualità: non ci sono, infatti, soltanto la farmaceutica, ma anche la diagnostica, la tecnologia applicata al mondo medicale e tutta la parte legata alla prevenzione, magari supportata dall’intelligenza artificiale che è sempre più un mondo maturo.

Per quanto riguarda il lusso, invece, non si tratta di una novità ma di una conferma per Exor. La holding della famiglia Agnelli detiene già una partecipazione in Louboutin, mitologico marchio di calzature francese: ha investito 541 milioni a marzo per una quota del 24% e la possibilità di collocare due membri (su sette) del cda; e ne ha una anche in Shang Xia, griffe cinese che conta tra gli azionisti anche Hermes, per il cui 77% ha investito 80 milioni.

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Non è un mistero che Exor abbia già da tempo avviato un percorso che vorrebbe portarla a diventare un’antagonista, seppur con una maggiore diversificazione, di giganti come Kering e Lvmh che spesso hanno fatto shopping tra i brand del lusso nel nostro Paese.

Capitolo tecnologia: attualmente si tratta di un segmento sottorapresentato nel portafoglio di Exor, ma un trend di grandissima importanza sia per le sue ricadute su altre industry (automotive ma non solo) sia perché con i Recovery Plan europei una quota enorme sarà destinata alla digitalizzazione. Per questo motivo Elkann&C vogliono spingere su questo comparto. Che cosa significhi puntare sulla tecnologia, poi, è ancora tutto da comprendere. Si tratterà di puntare su start-up ad alto tasso di crescita? Su aziende già più mature (e quindi più care)? Si vedrà.

Capitolo conclusivo per quanto riguarda il futuro della holding stessa. John Elkann, durante l’investor day, ha spiegato che non c’è alcuna intenzione di dismettere delle quote della società da parte della Giovanni Agnelli B.V. che oggi detiene il 52,99% delle quote. 

Elkann: "Fiducia nella Juventus e anche nella magistratura"

Una delle spine di John Elkann rimane la grande passione di famiglia: che non è l’azienda un tempo conosciuta come Fiat, ma la Juventus. La Vecchia Signora sta vivendo un momento complicato. Da una parte, perché ha avuto bisogno di un aumento di capitale da 400 milioni. Dall’altra, perché il caso plusvalenze “fittizie” su cui stanno indagando i vertici del calcio rischia di essere una bomba pronta a deflagare su una stagione che è già iniziata con il piede sbagliato. Attualmente la Juventus è a 14 punti dalla vetta, occupata dal Napoli, e ha davanti a sé sei squadre. 

Ha incassato una dura sconfitta in Champions League contro il Chelsea per 4-0 e continua a navigare a vista. Anche questo è un punto da approfondire: Exor detiene il 63,77% delle quote. Negli ultimi sei mesi il titolo ha perso in borsa poco meno del 30%. E se dovesse esserci una nuova querelle con la giustizia sportiva e ordinaria si rischierebbe un ulteriore calo. Per questo Exor guarda con favore a nuovi settori in cui investire.