F2i, nel fondo per la rete Tim entrano le fondazioni. Labriola: "Vigilare"
Appare ormai scontata la partecipazione delle tre grandi: Cariplo, Compagnia San Paolo e Crt
Tim, per il fondo F2i spuntano Casse e Fondazioni
Tra gli investitori, figurano praticamente tutti gli enti nazionali rilevanti, dalle principali Casse di previdenza alle Fondazioni di origine bancaria più significative. Tuttavia, la raccolta del fondo promosso da F2i, che parteciperà all'acquisto della rete di Tim insieme a Kkr e al Mef, non è ancora stata completata. L'obiettivo di raggiungere un miliardo, che sembrava complicato fino a qualche mese fa, è oggi considerato molto più accessibile grazie all'accelerazione generata dalla partecipazione di importanti investitori nazionali.
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Un consiglio di amministrazione del fondo Enpam avrebbe già dato il via libera a un investimento di circa 100 milioni, e cifre simili sono attese anche da altre grandi casse. Si prevede la partecipazione della Cassa dei commercialisti, di Inarcassa, di Cassa Forense e di Enasarco. Per quanto riguarda le Fondazioni, sebbene le deliberazioni arriveranno nei prossimi giorni, è considerata ormai scontata la partecipazione delle tre grandi: Cariplo, Compagnia San Paolo e Crt. Alcune fonti non escludono un contributo anche da parte di CariFirenze, con l'obiettivo complessivo di raggiungere una cifra tra 150 e 200 milioni.
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Nelle prossime settimane, è possibile che si uniscano all'elenco degli investitori alcuni gruppi assicurativi, qualche entità straniera ed è probabile che almeno un grande family office sia coinvolto. In tal modo, il fondo gestito da F2i avrà tutte le carte in regola per partecipare all'acquisizione di Tim. L'ingresso del Tesoro e del veicolo guidato dalla Sgr di Renato Ravanelli è previsto al closing della cessione della rete di Tim (Netco), atteso entro l'estate del 2024. Tale tempistica, ovviamente, dovrà considerare il ricorso imminente da parte di Vivendi, che rappresenta l'ultima grande incognita che incombe sull'operazione. I francesi, salvo sorprese, presenteranno oggi il loro ricorso contro la cessione della rete decisa dal consiglio di amministrazione di Tim senza convocare un'assemblea degli azionisti. Probabilmente, non si tratterà di un provvedimento d'urgenza, ma di un ricorso nel merito, mantenendo così una spada di Damocle sulla testa di Tim per mesi.
Per una volta, il mercato non ha reagito all'azione legale imminente, ma si è scaldato a seguito dell'indiscrezione di Bloomberg secondo cui Vivendi sta cercando acquirenti per la sua quota del 24% di Tim. Le azioni hanno risposto positivamente a questo scenario, chiudendo in rialzo del 5,42% sopra quota 0,26 euro, nonostante fonti vicine ai francesi abbiano cercato di temperare gli entusiasmi, ricordando che la partecipazione detenuta in Tim sarà trasferita sotto la Investment company, una delle tre divisioni in cui verrà riorganizzato il gruppo francese. Tuttavia, il titolo Tim è soggetto a forti fluttuazioni in borsa da mesi, un aspetto su cui l'amministratore delegato del gruppo, Pietro Labriola, ha posto l'attenzione. Labriola ha sottolineato che Tim è un titolo che subisce fluttuazioni sulla base di indiscrezioni, invitando la Consob a prestare attenzione a questa dinamica.
Resta comunque da affrontare la questione Vivendi. La partecipazione diretta del Palazzo Chigi e del Mef, che spingono per il coinvolgimento di Casse e Fondazioni nel fondo di F2i per Tim, indica il sostegno del governo all'operazione. È difficile immaginare che una posizione ostile dei francesi a questo punto possa mettere a rischio la cessione. È più probabile che nei prossimi mesi si cercherà un accordo, anche se al momento non se ne intravedono i contorni. Nel frattempo, è stato tenuto il consiglio di amministrazione di Tim che ha avviato informalmente il processo per la composizione di una lista per il consiglio di amministrazione. Labriola ha commentato che, benché non spetti a lui decidere e gli azionisti faranno le loro valutazioni, in caso di disponibilità dei soci, si sente moralmente responsabile di portare a termine un progetto approvato dal consiglio di amministrazione e in corso di sviluppo.