Fandango Film resiste alla crisi del settore, 2023 in chiaroscuro: calano i ricavi, ma cresce il margine operativo (ebit)
Il margine operativo (ebit) è balzato da 190mila euro a oltre 2,7 milioni anche se l’utile netto s’è contratto da 5,6 a 1,3 milioni
Fandango Film resiste alla crisi
Domenico Procacci, uno dei più noti produttori cinematografici italiani con la sua Fandango Film (e fra l'altro marito dell'attrice Kasia Smutniak) resiste alla crisi generalizzata del settore. Il bilancio del 2023 di Fandango spa, da poco approvato, s’è chiuso infatti sì con ricavi calati anno su anno da 55,9 a 42,2 milioni di euro ma in compenso il margine operativo (ebit) è balzato da 190mila euro a oltre 2,7 milioni anche se l’utile netto s’è contratto da 5,6 a 1,3 milioni.
Il calo del fatturato è stato causato dalla riduzione del volume delle produzioni targate Fandango, pur a fronte di numerosi film e serie di successo consegnati nell’esercizio quali “La vita bugiarda degli altri”, “Pantafa”, “I pionieri”, “Il sol dell’avvenire” e “Le mie poesie non cambieranno il mondo”. La società di Procacci ha poi altre serie e altri film attualmente in fase di post-produzione e ha distribuito film italiani ed esteri “terzi” oltre a produrre ancora “Propaganda Live” in onda su La7.
Va segnalato che lo scorso anno Fandango ha completamente utilizzato il finanziamento di 2,34 milioni concesso da Invitalia tramite la sottoscrizione di un prestito obbligazionario e la società ha inoltre beneficiato di importanti incassi da Tax Credit pari a circa 8 milioni. Quest’anno Fandango (attiva anche nell’editoria con la controllata Fandango Libri) sta realizzando fra l’altro la docu-serie “La valanga azzurra” e ha distribuito film di produttori terzi come “Te l’avevo detto” diretto da Ginevra Elkann e “Volare” diretto da Margherita Buy. Fandango al netto delle azioni proprie, è controllata da Procacci al 65% col fratello Paolo (10,8%) e Laura Paolucci col 5%.