Fattura elettronica obbligatoria per i forfettari dal 1º luglio: cosa sapere

Scatta l'obbligo di fattura elettronica per le partite Iva a regime forfettario a partire dal mese di luglio. Tra novità e modalità: la guida per orientarsi

Economia
Condividi su:

Fattura elettronica per i regimi forfettari, scatta l'obbligo dal primo di luglio 

Via libera dal primo luglio all'obbligo di fatturazione elettronica per i possessori di partite Iva a regime forfettario. Con l'inizio del mese i contribuenti, inizialmente esonerati, dovranno adempiere al nuovo obbligo.  Il Decreto Pnrr 2, pubblicato in Gazzetta Ufficiale a fine aprile 2022, ha introdotto infatti l'obbligo di fattura elettronica per i forfettariUna piccola rivoluzione fiscale che vede tra gli interessati oltre 1,5 milioni di lavoratori italiani. 

Al momento però, non tutti i contribuenti in regime forfettario dovranno emettere fattura elettronica in via definitiva: per ora l'obbligo è esteso a coloro che hanno ottenuto nel 2021 ricavi superiori ai 25mila euro. La norma prevede, fino al 31 dicembre 2023, l'esenzione dei contribuenti con ricavi inferiori ai 25mila euro. Dal primo gennaio 2024 l'obbligo invece sarà esteso a tutti. Infine, ultima precisazione: per ora sono esentate dalla fatturazione elettronica tutte le prestazioni sanitarie e i contribuenti non residenti in Italia.

Fattura elettronica per i regimi forfettari, come fare domanda 

Fattura elettronica per i regimi forfettari, come fare domanda 

Che cosa serve per emettere fatturazione elettronica? Quali sono le procedure da seguire? Come spiega Agenda Digitale per predisporre e inviare la fattura elettronica, i contribuenti in regime forfettario dovranno dotarsi di un software apposito che consenta di svolgere l’operazione.

Nel concreto, il processo è semplice e veloce. Ecco i passaggi fondamentali: per fare fatturazione elettronica bisogna "indicare i dati dei documenti, se il cliente è privato, il tipo documento, la data del documento e il numero progressivo, indicare i dati del cliente: il nome, l’identificativo o il codice fiscale, il numero di partita Iva e l’indirizzo, inserire i prodotti e servizi: bisogna indicare l’attività svolta, il prezzo e il codice Iva, indicare i dati relativi alla propria cassa previdenziale, precisando il contributo previdenziale, indicare il metodo di pagamento, inserire i dati di bollo". 

Fattura elettronica anche per i regimi forfettari, che cosa rischia chi non si mette in regola 

Altro punto da considerare: che cosa rischia chi non emette fattura elettronica? Come spiega Digithera by Unifiedpost, società FinTech leader nella digitalizzazione, le sanzioni previste vanno dal 90% al 180% dell’Iva dell’operazione che non è stata documentata in maniera corretta, con un minimo di 500 euro, una sanzione formale minima dai 250 ai 2.000 euro, nel caso in cui la tardiva emissione della fattura non incida sulla corretta liquidazione dell’Iva. 

Va sottolineato che, durante il periodo transitori, dal primo luglio al 30 settembre 2022, i soggetti interessati non incorreranno in sanzioni, nel caso in cui la fattura elettronica venga emessa entro e non oltre un mese dopo l’operazione.

Fatturazione elettronica per i regimi forfettari dal primo luglio, novità e benefici 

Come detto  in  precedenza, la nuova norma, che riguarda una platea di più di 1 milione e mezzo di professionisti, estende l’obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti con un regime forfettario con proventi superiori ai 25.000 euro.

In altre parole, la fatturazione elettronica si allargherà anche a chi, secondo la vecchia legge, ne era esentato. Ad esempio le attività commerciali il cui importo dei proventi annui non superano i 65.000 euro, come le associazioni sportive dilettantistiche.  Gli unici attualmente esclusi sono i contribuenti con un fatturato annuo inferiore ai 25.000 euro. Per loro l’obbligo scatterà a partire dal primo gennaio 2024.

Da questa data tutti i titolari di partita Iva dovranno emettere le fatture in formato elettronico, andando così a completare il processo di digitalizzazione in atto anche in campo fiscale. I soggetti interessati dovranno dunque compilare le fatture in formato elettronico SDI (Sistema di Interscambio) sia per tutte le operazioni effettuate verso soggetti privati (B2C), aziende (B2B) e pubbliche amministrazioni (B2G) che risiedono nello stato italiano e sia per le operazioni fatte all’estero (le operazioni transfrontaliere).

Più nello specifico, la nuova riforma porterà molti benefici. Come sottolinea Digithera by Unifiedpost la nuova norma garantirà una mappatura sempre più completa delle basi imponibili (l’importo su cui si calcolano le imposte) a livello nazionale, facilitando così il lavoro di controllo dell’Agenzia delle Entrate. Migliorerà la tracciabilità dei processi di fatturazione, rendendo più efficiente il controllo degli ordini, delle merci e dei pagamenti.

Infine, per quanto possibile, verranno unificati i processi di gestione delle fatture e non bisognerà più differenziare le fatture tradizionali da quelle elettroniche. Si arriverà così a una riduzione dei margini di errore e a un risparmio di tempo per imprese e professionisti. Più efficienza, dunque, ma anche più certezza e un minore spreco di risorse.

“La riforma è uno dei tasselli fondamentali del piano di digitalizzazione del Paese previsto dal PNRR anche in materia di fisco", ha dichiarato Gerri Cipollini, amministratore delegato di Digithera by Unifiedpost.

"Le parole d’ordine sono: semplificazione, efficienza, certezza. Con la nuova norma, questi concetti finalmente si possono concretizzare. Se qualcuno è ancora riluttante rispetto al dover gestire il tutto in formato digitale, una volta scoperti e beneficiato dei molteplici vantaggi che questa trasformazione digitale comporta, si ricrederà nel breve tempo".