Tassi, Fed e Bce navigano a vista in un mare ancora pieno di nubi

Gli Stati Uniti galoppano, l’Europa resiste e la Cina rallenta

di Daniele Rosa
Economia

Fed e Bce navigano a vista in un mare ancora pieno di nubi

Quando finirà la corsa ai rialzi dei tassi? Quando Fed e Bce decideranno che la battaglia contro l’inflazione è stata vinta? Sono le due domande più gettonate negli ambienti economici internazionali. A sentire le parole conclusive del discorso di Powell, numero uno della Fed, nella riunione dei banchieri centrali a Jackson Hole, non ci sarebbe da stare allegri “siamo guidati dalle stelle sotto un cielo denso di nubi”. Praticamente un "navighiamo a vista  in un oceano ancora in tempesta". Dal canto suo Christine Lagarde,  presidente della Bce , per la prima volta non ha voluto fare previsioni sottolineando solo che si dovranno vedere i dati al momento. Più o meno lo stesso concetto del suo collega americano.

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Bce, Lagarde: "Riporteremo tempestivamente inflazione al 2%"

"Riusciremo a riportare tempestivamente l'inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%". Lo ha detto il presidente della Bce, Christine Lagarde, intervenendo al seminario organizzato dall'European Economics & Financial Centre. "Le ricerche suggeriscono che il fattore piu' forte per costruire la fiducia nelle banche centrali e' l'essere percepiti come capaci di adempiere al nostro mandato. Per adempiere a tale mandato, abbiamo aumentato i nostri tassi di riferimento per un totale cumulativo di 425 punti base nell'arco di 12 mesi, un ritmo record in tempi record", ha ricordato Lagarde. 

Fed e Bce si preparano alle prossime mosse

Il mercato del lavoro americano continua ad essere robusto anche se in raffreddamento e l’inflazione sta calando ma è ancora lontana all’obiettivo del 2%. Ergo l’inflazione rimane ancora il mostro da combattere con tutti i mezzi. Quindi delle tre ipotesi che la Fed potrebbe utilizzare nelle prossime riunioni: pausa e permanenza dei tassi attuali a lungo, nuovi rialzi e innalzamento del target di inflazione, la terza sembra essere la più sostenibile. La verità è che in questa fase difficile gli Stati Uniti hanno mostrato una grande resilienza (forti consumi in due trimestri consecutivi, disoccupazione praticamente a zero) e reattività.

In questo risultato il Governo ha giocato un ruolo importante con  un mare di bonus post pandemia e di sostegni come i piani pluriennali Inflaction Reduction Act e Chips Act. Senza dimenticare la moratoria, voluta da Biden, sui prestiti d’onore agli studenti di cui hanno beneficiato le famiglie. Non cosi reattiva ma pure l’Europa e Uk hanno dimostrato di saper navigare in acque difficili. Le previsioni di un periodo di grandi recessioni sono state decisamente sbagliate perchè è pur vero che Olanda e Germania si trovano ancora in recessioni tecniche ma i sussidi cash dello straconosciuto PNRR stanno dando ossigeno a paesi deboli, Italia in testa. Quindi Lagarde sa bene che l’Eurozona sta affrontando una fase economica complessa, che gli effetti degli aumenti dei tassi si vedranno fra 12 mesi  e che, praticamente, la corda non puo' essere tirata a lungo.

Fed e Bce, tra falchi e colombe

Le evidenti difficoltà economiche nell'Eurozona, difficoltà a macchia di leopardo, potrebbero dare voce ai falchi Bce che vorrebbero un ulteriore rialzo a settembre in nome dell’inflazione core ancora alta. Quindi un ulteriore rialzo a settembre potrebbe essere ipotizzabile, anche se solo di 25 punti. Dal canto suo la Fed potrebbe pensare di prendersi una pausa dai rialzi dando un po’ di ulteriore respiro ad un’economia che va a vele spiegate. Il rischio di un nuovo rialzo potrebbe essere quello di fermare la crescita, anche perchè quasi tutti i sostegni del Governo vanno lentamente a ridimensionarsi e chiudersi.

In questo vortice economico internazionale c’è un coinvitato di pietra che invece sta rallentando ma ha ancora risorse per difendersi. E’ la Cina che ha dimostrato molte criticità soprattutto dopo aver sottovalutato il suo grande buco immobiliare. E’ evidente che la crisi del gigante asiatico si sta riflettendo su tutta l’economia mondiale. La sintesi è che dovremmo essere alla fine dei rialzi dei tassi. Ulteriori ritocchi potrebbero affossare ulteriormente economie forti dell’Eurozona come Olanda e Germania e magari bloccare la crescita americana. Quindi tassi ancora alti, ma non più alti fino a meta 2024, e poi potrebbe iniziare finalmente il calo. Ma si sa che l’economia è una scienza esatta solo dopo che i fatti sono accaduti. Ma i dati macro, quelli sul mercato del lavoro e l’inflazione saranno determinanti per le prossime mosse.

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