Fed incerta sul taglio ai tassi: oro e mercati Ue scivolano verso il basso

I prezzi dell'oro sono scesi all'inizio delle contrattazioni di mercoledì, riflettendo l'incertezza sulla politica monetaria della Federal Reserve

di Saverio Berlinzani, Pierre Veyret e Ricardo Evangelista
Tags:
fedmercatioro
Economia

Si attendono le decisioni della Fed: mercati europei e prezzo dell'oro in calo

Non c’è dato macro che riesca, in questo momento, a far correggere i mercati azionari, i quali restano impiccati a ridosso dei massimi, trascinati dai giganti della tecnologia e semiconduttori. ll Nasdaq è salito dello 0,59%, spinto da un rally di quasi il 7% di Nvidia. Anche l'S&P 500 è salito dello 0,02%, mentre il Dow è sceso dello 0,55%. I titoli dei servizi tecnologici, energetici e di comunicazione hanno sovraperformato il mercato, estendendo il rally della scorsa settimana, con gli investitori che vedono ancora spazio al rialzo per le società legate all'intelligenza artificiale. 

Tuttavia, i timori persistenti di una Federal Reserve aggressiva hanno esercitato pressioni sulla maggior parte degli altri settori, spingendo il Dow Jones al ribasso correttivo, e l’S&P 500 a muoversi in laterale. Tra i dati pubblicati, gli indicatori sulla fiducia dei consumatori compilati dal Conference Board hanno superato le aspettative, mentre i prezzi delle case nelle principali città degli Stati Uniti sono aumentati più del previsto raggiungendo un livello record. 

Tale scenario aiuta la Fed a mantenere un atteggiamento restrittivo verso le aspettative di taglio del costo del denaro, in linea con le recenti osservazioni dei membri del board secondo cui occorreranno molti mesi di disinflazione prima che possano iniziare un eventuale allentamento di politica monetaria.

Il dollaro non sfonda, nonostante potrebbero emergere condizioni a lui favorevoli. Le dichiarazioni dei membri della Fed dovrebbero, in linea teorica, far crescere l’avversione al rischio sui mercati con un aumento dei rendimenti obbligazionari ed un rafforzamento del biglietto verde, ma per ora, euro e sterlina tengono, con particolare riguardo a quest’ultima, considerato che la divisa britannica ha toccato il massimo dal mese di marzo a 1.2800. L’euro invece ha sfiorato i massimi delle ultime due settimane a 1.0895, con EurGbp temporaneamente scesa verso 0.8490. Va segnalato che poi, ieri, in serata il dollaro ha recuperato contro entrambe riportandosi a 1.0850 e 1.2750. 

UsdJpy sempre fortissimo con il superamento di area 157.35, in assenza della Boj, che ormai non fa più notizia (e di solito quello è il momento in cui bisogna stare in guardia). Tutte le altre coppie rimangono nei trading range delle ultime sedute, con poche novità, è importante segnalare un piccolo rafforzamento del franco svizzero, che torna in auge durante le inversioni tra risk on e risk of, ammesso e non concesso che quella attuale sia effettivamente una inversione tra appetito e avversione al rischio e non solo una piccola correzione dovuta al fatto che il mercato devo forse ancora scontare il divaricamento tra la forbice dei tassi tra Usa ed Europa.

LEGGI ANCHE: Bce verso un taglio tassi a giugno, Lagarde gioca d'anticipo rispetto alla Fed

I Treasuries scendono

Scendono i prezzi dei principali titoli obbligazionari americani, con i rendimenti del decennale che si sono impennati al 4.55%, rispetto ai livelli visti nell’ultima settimana, che oscillavano tra il 4.40% e il 4.45%. L’opinione generale degli investitori, in base alle ultime conferme provenienti dai dati, segnalano che la Fed probabilmente manterrà i tassi fermi ancora per qualche tempo, e più a lungo di quanto prospettato solo qualche settimana orsono. 

I membri del Fomc, infatti, continuano ad aspettarsi che l'inflazione ritorni al 2% nel medio termine, anche se i dati recenti non hanno aumentato la loro fiducia nel raggiungimento dell'obiettivo, come hanno mostrato i verbali della riunione del 30 aprile. I funzionari hanno suggerito che il processo di disinflazione probabilmente richiederà più tempo di quanto si pensasse in precedenza e alcuni hanno addirittura suggerito la volontà di inasprire ulteriormente la politica qualora i rischi di inflazione si materializzassero in modo tale da rendere appropriata tale azione. Di conseguenza, il mantenimento dell’attuale intervallo obiettivo per il tasso dei fondi federali al 5,25%-5,50% è stato supportato dai dati che indicano una continua e solida crescita economica.

Pierre Veyret, Analista Tecnico di ActivTrades

I mercati europei hanno seguito il sentimento di risk-off globale mercoledì, scivolando verso il basso, mentre le speranze degli investitori di tagli dei tassi nell'UE e negli Stati Uniti sono state compromesse. L'ultimo commento del funzionario della Fed Kashkari su un persistente atteggiamento restrittivo da parte del FOMC, che ha dichiarato che ulteriori rialzi dei tassi non sono stati completamente esclusi, ha intaccato significativamente la propensione al rischio degli investitori. Nel frattempo, in Europa, il timore degli investitori per le persistenti pressioni inflazionistiche in vista dei dati di questa settimana ha alimentato l'orientamento “higher for longer” sui tassi di prestito della BCE. La prospettiva di un inizio ritardato del prossimo ciclo di allentamento monetario sta ridisegnando il sentimento del mercato, portando le valute al rialzo e mettendo sotto pressione i mercati obbligazionari e azionari. Sembra che gli investitori si stiano già preparando al peggio in vista dei dati CPI dell'UE e PCE degli Stati Uniti previsti per la fine della settimana.

Tuttavia, con i dati sull'IPC tedesco di oggi pomeriggio, i trader riceveranno probabilmente alcuni indizi sull'andamento dell'inflazione nel vecchio continente. Prevediamo che la volatilità del mercato aumenterà con l'inizio di questa seconda parte della settimana molto intensa sul fronte economico. La maggior parte dei settori è in rosso, con i ciclici di consumo e le azioni dei materiali di base che hanno registrato le peggiori performance finora. L'indice STOXX-50 si sta dirigendo verso il suo principale supporto di breve termine, un livello già ben difeso dai trader toro durante le ultime sessioni di trading.

Ricardo Evangelista, Analista Senior di ActivTrades

I prezzi dell'oro sono scesi all'inizio delle contrattazioni di mercoledì, riflettendo l'incertezza sulla politica monetaria della Federal Reserve. Gli operatori sono ora concentrati sul principale evento economico della settimana: la pubblicazione dei dati sulla spesa per consumi personali negli Stati Uniti. Il PCE è l'indicatore dell'inflazione preferito dalla Fed e la pubblicazione di questa settimana dovrebbe chiarire la probabilità di un taglio dei tassi a settembre. Le aspettative sulle decisioni della Fed continuano a cambiare e l'ultimo colpo di scena è arrivato martedì, quando un alto funzionario ha detto che alcuni membri del FOMC considerano ancora possibile un rialzo dei tassi. Questo ha portato a un aumento dei rendimenti dei Treasury e del dollaro USA. In questo contesto, è probabile che il prezzo del metallo prezioso rimanga in una fascia di oscillazione fino alla pubblicazione dei dati PCE di venerdì.