Ferragamo non fa "affari in Piazza". I mali oscuri delle stelle del lusso

Gli analisti della banca svizzera hanno rivisto al ribasso sia il target price, sia il giudizio, portato per tutti e due a “sell” per i due gruppi. Ecco perché

di Marco Scotti
Economia
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Le difficoltà nel posizionamento e nel rilancio di Ferragamo e Tod's finite nel mirino della Borsa

Giornata complessa, quella di ieri, per due marchi storici del lusso nostrano. Ferragamo e Tod’s, infatti, sono stati entrambi bocciati da Ubs che ha rivisto al ribasso sia il target price, sia il giudizio, portato per tutti e due a “sell”. Nel frattempo, ha scelto di promuovere Moncler, per cui l’istituto elvetico ha speso parole di apprezzamento.

Dunque, perché una duplice bocciatura? In entrambi i casi sembra proprio che il male oscuro dipenda dalla difficoltà di posizionamento e di rilancio dopo un periodo complesso che ha però riguardato tutto il comparto. Il 2020 si è chiuso in pesante calo sia per Ferragamo che per Tod’s, con entrambi i brand che hanno terminato in rosso: la creatura di Diego Della Valle per 73,19 milioni, due in più di Ferragamo.

In occasione di Pitti, però, Confindustria Moda ha diramato le stime per il 2021: le aziende del comparto dovrebbero chiudere l’anno con un fatturato in crescita di quasi il 12% per circa 9 miliardi di fatturato. Difficile essere più precisi perché aleggiano le incognite relative al balzo dei prezzi delle materie prime e della bolletta.

Manca ancora tanto per ritornare al 2019, ma sicuramente qualcosa si sta muovendo, soprattutto grazie all’export che vale il 71,3% del totale e cresce in doppia cifra, per un controvalore di circa 6,5 miliardi. Il problema individuato da Ubs è diverso per i due brand. Per quanto riguarda Ferragamo, il target price è stato portato da 19,7 a 18 euro. Oggi il titolo, in calo di oltre un punto percentuale, è stato scambiato a 20,5 euro per azione, mentre la settimana scorsa era sopra i 23.

(Segue: le difficoltà di Tod's e le opportunità degli investitori su Moncler)

Le criticità che vengono evidenziate da Ubs su Ferragamo riguardano il fatto che il rilancio, nonostante il cambio di management e l’arrivo al vertice dell’ex amministratore delegato di Burberry Marco Gobbetti, è proprio il tempo il nemico principale. Sicuramente qualcosa si muoverà, ma per ora sembra che gli “gli sforzi di rilancio del nuovo ceo richiederanno tempo per essere annunciati e avere un impatto significativo”.

Diverso il discorso per Tod’s. Il marchio della famiglia Della Valle le ha davvero provate tutte negli ultimi mesi, compreso l’ingresso nel board di Chiara Ferragni unita a una drastica riduzione dei costi e a un’ottimizzazione della strategia retail. Eppure, i conti non tornano. “La capacità di Tod's di tornare all'utile – scrive Ubs - è legata all'andamento dei ricavi dato che la struttura dei costi è già piuttosto snella e lascia poco spazio a ulteriori riduzioni”.

Bisogna quindi puntare sui mercati esteri. Che stanno trainando la ripresa della moda italiana, ma che sono sempre più competitivi. La Cina, in particolare, mercato su cui Tod’s ha scommesso parecchio, è una vera “fossa dei leoni” soprattutto nel post-Covid e non avere una strategia precisa rischia di vanificare gli sforzi. Per questo il target price è fissato a 37 euro, mentre oggi il titolo, viene scambiato oggi a poco più di 46 euro.

A fare da contraltare, come detto, c’è Moncler. La creatura di Remo Ruffini (tra i 900 uomini più ricchi del mondo con un patrimonio superiore ai 4 miliardi) viene celebrata da Ubs: “Pensiamo che a lungo termine il mercato stia sottostimando il potere di pricing di Moncler – scrivono - e le continue aperture di negozi, che porteranno probabilmente a una revisione al rialzo del consensus”. Da notare, inoltre, che l’acquisizione di Stone Island potrebbe avere un impatto notevole nel 2022, mentre la cassa netta potrebbe essere di due miliardi entro il 2025.