Ferrari, la sfida elettrica entro il 2025. Gli analisti: Vigna è l'uomo giusto

Il mercato freddo dopo l'annuncio dell'arrivo del nuovo Ceo: il titolo fa oltre -2%, ma nell'ultimo mese ha fatto +6%. F1, espansione del brand le altre sfide

di Andrea Deugeni
Economia
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La grande sfida è quella della prima Ferrari elettrica entro il 2025. Traghettando in pianta stabile il Cavallino, che offre già modelli ibridi, nell’era della mobilità elettrica. Una sfida (il piano industriale già prevede il target del nuovo modello fra 4 anni) che secondo gli analisti finanziari che seguono il titolo Ferrari l’arrivo al primo settembre di Benedetto Vigna, che attualmente ricopre la carica di responsabile del gruppo Analogici, Mems e Sensori del colosso tecnologico italo-francese Stm dove ha contribuito alla creazione della tecnologia usata negli schermi dei primi iPhone di Apple, potrà agevolmente vincere.


Il nuovo Ceo della Ferrari Benedetto Vigna

Gli esperti di Mediobanca Securities, che confermano la raccomandazione neutral su Ferrari, con prezzo obiettivo a 170 euro, infatti non hanno dubbi: "La nomina di un Ceo con capacità tecnologiche e industriali rimuove alcune incertezze sulla transizione del Cavallino verso l'elettrificazione e le nuove tecnologie”. View sposata anche dagli analisti di Bestinver (buy con prezzo obiettivo in revisione) e da quelli di Banca Akros.

La nomina di Vigna, spiegano infatti, "sarà in grado di accelerare ulteriormente la capacità di Ferrari di restare avanti nelle tecnologie di nuova generazione rispetto al settore auto. Inoltre, crediamo che la nomina del nuovo Ceo dovrebbe ridurre i timori del mercato sul futuro della società e il suo processo verso la prima vettura elettrica entro il 2025". "Riteniamo che Vigna si focalizzerà sulla tecnologia e sull'elettronica, come anche sull'elettrificazione accelerata e questo avrà un impatto nel breve termine anche sul Capex", è il commento dello stesso tono da Banca Akros.

Gli analisti di Equita Sim (hold, target price a 166 euro) poi aggiungono un altro fattore positivo all’arrivo di Vigna e cioè “l’eliminazione dell’incertezza che durava da mesi” sulla casa automobilistica di Maranello.


Il presidente di Ferrari John Elkann

La nomina del manager Stm infatti arriva sei mesi dopo le dimissioni di Louis Camilleri, che aveva lasciato il Cavallino lo scorso dicembre per motivi personali dopo essere stato ai vertici della Ferrari per quasi due anni e mezzo. Un vuoto nell’organigramma che a Maranello era stato riempito ad interim dal presidente e deus ex machina della Galassia Exor John Elkann.

Subito dopo l’uscita di Camilleri, secondo le indiscrezioni Elkann si era messo alla ricerca di un manager proveniente dal mondo del lusso.

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“Sebbene non abbia esperienza diretta nel mondo del lusso o dell’auto - spiegano al riguardo gli analisti di Equita - il track record di successo e il background (con focus sui chip per segmenti industriale e automotive) di Vigna contribuiranno a rafforzare la leadership tecnologica e la capacità di innovazione del gruppo”. “Ma "per capire la sua impronta a livello strategico, anche in relazione alla brand expansion - concludono gli esperti di Equita - bisognerà aspettare il business plan, la cui presentazione è prevista nel 2022 (riteniamo primo semestre)”.


 

Oltre alla grande sfida dell’elettrico (pur avendo di recente rinviato di un anno i target finanziari 2022 a causa della pandemia di coronavirus, Ferrari ha chiuso in utile lo scorso anno e non ha modificato i piani per la distribuzione dei nuovi modelli), il manager tech dovrà anche rilanciare le sorti di Ferrari in F1 dopo la peggior stagione degli ultimi 40 anni messa a segno dalla scuderia nel 2020 e dovrà anche gestire la nuova strategia di estensione del brand della società senza minare l'esclusività che ne ha giustificato gli alti prezzi e gli utili.

Se per gli analisti finanziari Vigna è l'uomo giusto per Maranello, il mercato ha riservato un'accoglienza fredda al nuovo timoniere della Ferrari: leggermente negativo al suono della campanella (ieri a fine seduta in calo dello 0,42% a 179,55 euro), il titolo del Cavallino rampante ha accelerato al ribasso nel corso della seduta perdendo oltre due punti percentuali nel pomeriggio. C'è da dire che però nell'ultimo mese il bilancio in Borsa è positivo (+6% circa).

"Non essendo arrivato un nome altisonante che sorprende il mercato, chi aveva target molto più bassi sul titolo ha preso beneficio anche se il giudizio sul nuovo ceo in vista della transizione all'elettrico può essere positivo", spiega un trader a Radiocor. 

@andreadeugeni