Fisker, conti rosso sangue: dichiarato fallimento. Ma rimane un'ultima chance

Dopo un tracollo del 99,9% in Borsa, la casa di auto elettriche dichiara il fallimento

di Lorenzo Goj
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Fisker, la casa di auto elettriche dichiara fallimento

La Fisker sbanda definitivamente. Fondata nel 2016 da Henrik Fisker e dalla moglie Geeta Gupta-Fisker, la casa di auto elettriche americana ha dichiarato il fallimento in Delaware sotto il Chapter 11, la normativa fallimentare principale degli Stati Uniti.

Da anni, infatti, Fisker versava in condizioni economiche molto traballanti. Rispetto al 26 febbraio 2021, quando il titolo della società raggiunse il massimo del proprio valore a quota 28,5 dollari, oggi il titolo vale poco più di 1 centesimo.

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Se a febbraio del 2021, infatti, il titolo valeva circa 13 miliardi e 680 milioni di dollari, oggi ne vale solamente 8,64 milioni. Si tratta di un crollo del 99,9%. Per provare a risollevare i conti, l’azienda ha deciso di licenziare il 15% dei suoi dipendenti e sospeso la produzione dei suoi veicoli per sei settimane. Inoltre, ha anche ridotto i prezzi del suo unico modello in commercio, la SUV Ocean.

E, per ultimo, il tentativo andato a rotoli di formare una partnership produttiva in Nord America con un altro produttore automobilistico, presumibilmente Nissan. Così, Fisker non ha avuto altra scelta che dichiarare fallimento.

Nel dettaglio, l'azienda ha dichiarato attivi tra i 500 milioni e 1 miliardo di dollari e passività tra i 100 e 500 milioni di dollari, con un numero di creditori tra i 200 e 999. Si allontana, dunque, il sogno del fondatore Henrik Fisker di competere sulle strade di tutto il mondo con le più fortunate Tesla di Elon Musk.

Ma non è finita qui. Con il Chapter 11, Fisker ha la possibilità di intraprendere una ristrutturazione interna per sanare i debiti e tentare di recuperare la stabilità finanziaria, iniziando con la vendita dei propri asset per ripianare i debiti.

Tuttavia, la produzione è attualmente ferma e le operazioni dell'azienda sono ridotte al minimo. E se il piano di ristrutturazione dovesse fallire, allora il giudice potrebbe ordinare la liquidazione completa dell'azienda.

Nel caso dovesse andare così, questo comunque non sarebbe il primo fallimento per Henrik Fisker; la sua precedente azienda, Fisker Automotive, fondata nel 2007 e nota per la Karma, ha dichiarato bancarotta nel 2014 ed è stata successivamente acquisita dal gruppo cinese Wanxiang. Resta da vedere se quest'ultimo interverrà anche in questa situazione…