Fmi, Italia peggior paese nell'Eurozona: crescita bloccata allo 0,7% nel 2025

 Il debito pubblico italiano salirà dal 139,2% del 2024 al 140,4% del pil nel 2025 fino a raggiungere il 144,9% nel 2029

di Redazione Economia
Fmi, Kristalina Georgieva
Economia

Fmi conferma pil Italia 2024,  e taglia al +0,7% il 2025

Il Fondo Monetario Internazionale ha confermato la previsione di crescita del PIL dello 0,7% su quest'anno per l'Italia, in rallentamento dopo il +0,9% del 2023, mentre ha rivisto al ribasso per 0,4 punti percentuali la stima di crescita sul 2025, ora a sua volta indicata al +0,7%. In base ai dati del World Economic Outlook, l'Italia sarebbe il Paese con il minor tasso di crescita economica tra le grandi economie dell'area euro nel 2025, mentre quest'anno il livello più basso sarebbe lo 0,2% della Germania, peraltro dopo una recessione dello 0,3% nel 2023. Per l'Italia il FMI prevede anche un'inflazione che quest'anno sarà drasticamente ridimensionata, all'1,7% dopo il 5,9% del 2023, mentre nel 2025 dovrebbe leggermente risalire al 2%.

L'istituzione di Washington si attende che nella penisola la disoccupazione risalga leggermente al 7,8% quest'anno, dal 7,7% del 2023, e poi all'8% nel 2025. Migliora infine il saldo degli scambi italiani con l'estero: il surplus di partite correnti atteso è fissato allo 0,8% del PIL quest'anno, a fronte dello 0,2% del 2023, e all'1,3% del Pil nel 2025.Il Fondo Monetario Internazionale ha poi confermato le previsioni di crescita economica globale, indicando un 3,2% di espansione sia su quest'anno che per il 2025 (appena un leggero rialzo di 0,1 punti percentuali per quest'anno). I livelli di espansione sono giudicati "inferiori alle medie storiche" dallo stesso FMI, mentre nell'editoriale della pubblicazione è stato rilevato come l'attività economica si sia "dimostrata sorprendentemente resiliente durante il processo disinflazionistico del 2022-2023".

L'istituzione di Washington ha da un lato ritoccato al ribasso le stime sulla crescita nei paesi dell'area euro. Per l'aggregato dell'unione valutaria ora indica 0,8% su quest'anno (-0,1 punti rispetto a gennaio) e 1,5% per il prossimo (-0,2 punti). Per la Germania prevede 0,2% di crescita nel 2024 e 1,3% nel 2025 (-0,3 punti su entrambi gli anni); per la Francia 0,7% quest'anno e 1,4% il prossimo (0,3% in meno su entrambi gli anni). Per la Spagna prevede 1,9% di crescita quest'anno e 2,1% il prossimo, con il dato 2024 rivisto al rialzo di 0,4 punti.Per quanto riguarda gli Stati Uniti, invece, il Fmi ha rivisto le stime al rialzo, 2,7% di crescita quest'anno (+0,6 punti) e all'1,9% sul prossimo (+0,2 punti). Per la Cina le previsioni di crescita sono state confermate al 4,6% su quest'anno e al 4,1% sul prossimo. Per l'India, che presenta da anni i maggiori tassi di espansione tra le principali economie globali, il dato 2024 è stato rivisto al rialzo (per 0,3 punti) al 6,8%, mentre sul 2025 è attesa una crescita del 6,5%.

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Il capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Pierre-Olivier Gourinchas, ha spiegato in un articolo che accompagna l'aggiornamento del World economic Outlook che negli Stati Uniti la forte performance dell'economia mostra che la domanda resta "surriscaldata" e questo richiede "cautela e un approccio graduale nell'allentamento" della linea monetaria "da parte della Federal Reserve". Nell'area euro, invece, "ci sono scarsi segnali di surriscaldamento e la Banca Centrale Europea dovrà attentamente calibrare la svolta verso un allentamento monetario, per evitare che l'inflazione cali più dell'obiettivo". Inoltre avverte che nell'area euro "sebbene i mercati del lavoro appaiano solidi, questa forza potrebbe rivelarsi illusoria se le imprese avessero trattenuto i lavoratori anticipando una ripresa dell'economia che non dovesse materializzarsi".

 Il debito pubblico italiano salirà dal 139,2% del 2024 al 140,4% del pil nel 2025 fino a raggiungere il 144,9% nel 2029. E' quanto emerge dalla tabelle del Fondo Monetario Internazionale allegate a World Economic Outlook, che indicano un deficit al 4,6% quest'anno e al 3,2% nel 2025. 

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