Fondazione Crt, terremoto nomine: Palenzona all'angolo, si dimette Varese

Il segretario generale costretto a lasciare la fondazione torinese

Economia

 

Terremoto in Fondazione Crt, il segretario generale costretto a lasciare

Il clima avvelenato che si trascina da mesi in Fondazione Crt è esploso. Lo scrive oggi la Stampa, che spiega come  invece di arrivare a una decisione sui nuovi vertici di tre società collegate (Ogr, Equiter e Ream) si è arrivati allo scontro. Tanto che si è dimesso il segretario generale della Fondazione Crt, Andrea Varese. Secondo quanto si apprende a causare le dimissioni sarebbero dei contrasti all'interno del board dell'ente.

Varese avrebbe ricevuto una contestazione formale su una procedura dal consiglio di amministrazione che si è riunito dopo il consiglio di indirizzo. Per questo - sempre secondo indiscrezioni - ha ritenuto che non ci sia più il rapporto di fiducia e ha presentato le dimissioni.

Per la Stampa, si tratta di "un terremoto nei corridoi di via XX Settembre a Torino, anche perché Varese era l’uomo forte voluto dal presidente, Fabrizio Palenzona. Legati da una collaborazione in Unicredit, Varese era stato scelto per sostituire Massimo Lapucci, considerato troppo vicino all’ex presidente Giovanni Quaglia". Sempre per il quotidiano torinese, "a scatenare le dimissioni del segretario sarebbero state le recriminazioni di alcuni membri del Cda che hanno chiesto conto a Varese della decisione di segnalare al Ministero delle Finanze il patto parasociale” proposto da Corrado Bonadeo, un ex consigliere fedelissimo di Palenzona che la settimana scorsa ha lasciato per evitare l’espulsione, senza prima informarli dei fatti".

"Tra i nomi preferiti della vigilia, frutto di accordi politici e delicati equilibri, ne sono saltati quasi la metà", prosegue la Stampa. "Scontentata soprattutto la Regione, che aveva indicato come prima scelta, in una terna, l’ex presidente del Piemonte e attuale presidente del Museo del cinema Enzo Ghigo (in quota Fi) e nell’altra l’avvocato Annalisa Genta (in quota FdI). In entrambi i casi sono passati i due nomi che, invece, avevano raccolto meno preferenze in Consiglio regionale (Giampiero Leo e Davide Franco)". 

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