Fotovoltaico, nuove regole: stretta sulle "installazioni selvagge di pannelli"

Tecnici e governo trovano l'intesa. Ma le associazioni di categoria protestano: "Così costi più alti. E mancheremo i target europei e globali"

di Redazione Economia
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Dl Agricoltura, la furia dei produttori. "Non raggiungeremo mai gli obiettivi del Pnrr"

Il governo Meloni ha trovato l'intesa con i tecnici, arriva il via libera al decreto emergenze per l'agricoltura. Ma è scontro tra il ministro Lollobrigida e le associazioni di settore. Il provvedimento modifica drasticamente le attuali regole sul fotovoltaico, in particolare la misura riguarda i pannelli solari con moduli a terra. Ma i produttori - riporta Il Sole 24 Ore - contestano le pesanti ricadute sullo sviluppo delle rinnovabili. La soluzione annunciata ieri sera per i pannelli nei terreni agricoli non rassicura affatto l’industria del settore. "Questa scelta - dice Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura a Il Sole - mette l’Italia in una situazione di grande imbarazzo, perché non raggiungeremo gli obiettivi comunitari, quelli relativi al Pnrr, faremo meno di un decimo degli obiettivi sottoscritti nel G7 energia. Invece di aumentare l’indipendenza energetica dell’Italia, la esponiamo alle minacce e all’instabilità geopolitica che stiamo vivendo".

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Alla fine, però, - prosegue Il Sole - tra i due ministeri (agricoltura e ambiente) si trova un’intesa che il ministro Lollobrigida, nella conferenza stampa seguita al Cdm sintetizza così. "Con il provvedimento mettiamo fine all’installazione selvaggia di fotovoltaico a terra e interveniamo con pragmatismo salvaguardando alcune aree". Il compromesso individuato stoppa l’installazione di pannelli a terra nei terreni produttivi consentendo, invece, lo sviluppo delle rinnovabili in aree come cave o miniere cessate, ma anche nei terreni nella disponibilità del gruppo Fs o dei gestori aeroportuali, come pure quelle interne agli impianti industriali o agli stabilimenti produttivi, comprese quelle aree entro un perimetro di 500 metri dai predetti ambienti o stabilimenti. Via libera, poi, a nuovi impianti green anche nelle aree adiacenti alla rete autostradale, entro i 300 metri e nei siti su cui già insistono impianti per rifacimento, modifica o revisione senza ulteriore occupazione di suolo".