Colpo di scena, Garrone si ritira dalla corsa alla presidenza di Confindustria
Nella lettera agli associati di Viale dell'Astronomia: "Si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione"
Corsa alla presidenza di Confindustria, il ritiro di Garrone "per mettere Orsini nelle condizioni ideali"
Colpo di scena, l'ennesimo e il più clamoroso: Edoardo Garrone ha scelto di ritirarsi dalla corsa alla presidenza di Confindustria. Lo fa con una lunghissima lettera che Affaritaliani.it ha potuto visionare integralmente e che sancisce la fine della sfida con Emanuele Orsini che, rimasto senza competitor, è dunque il nuovo numero uno di Viale dell'Astronomia. A quanto risulta ad Affaritaliani.it, la votazione che si sarebbe dovuta tenere domani era solo sulla carta quella che gli americani chiamano "too close to call", cioè con un margine talmente risicato di voti che era impossibile al momento stabilire chi sarebbe stato il vincitore. Lo scarto, dicevano gli spifferi di Viale dell'Astronomia, era nell'ordine di quattro o cinque preferenze. E invece sembra che già ieri sera si fosse aperto un distacco più ampio in favore di Orsini.
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Non era quindi pensabile che un imprenditore come Garrone, a capo di un'azienda da due miliardi e presidente del Sole 24 Ore, potesse andare alla conta e rischiare di finire in minoranza, magari dovendo poi negoziare per una sua rappresentanza nella nuova squadra del presidente Orsini. Il quale già da lunedì inizierà a lavorare al suo team che dovrà ridare a Confindustria nuovo smalto dopo l'appannamento degli ultimi anni. La sensazione, però, è che una qualche forma di collaborazione tra il presidente in pectore e Garrone dovrà esserci per forza.
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Non è un mistero che la candidatura del presidente di Erg sia stata creata e proposta soprattutto in funzione anti-gozziana, perché le posizioni del patron di Duferco si scontravano con quelle della "nobiltà" confindustriale. Da qui la famosa riunione, di cui Affaritaliani.it ha dato conto per prima, in cui si decise di schierare un peso massimo come argine contro Gozzi. Quest'ultimo a sua votla esce sconfitto perché la percentuale che ha sempre dichiarato di avere a disposizione (il 25%) non si è mai tradotta in realtà visto l'altolà dei saggi e il ricorso, bocciato, ai probiviri.
Nella lettera di Garrone si leggono passaggi pesanti proprio contro Gozzi, come quando si dice che bisogna agire "nel rispetto di tutti noi, perché non esiste la gara a chi tra noi è “più manifatturiero” di altri. Perché non dobbiamo costruire caste, ma ceti responsabili che abbiano pari dignità, donne e uomini pari tra pari, dove ogni nostro associato abbia la stessa importanza degli altri, ogni nostra impresa possa avere diritto di rappresentanza, in un mondo associativo, il nostro, che rappresenta l’industria manifatturiera, ma anche l’industria del turismo, dei servizi, della logistica, solo per citarne alcuni, ossia tutte le sue anime e le sue realtà in ogni nostro territorio e categoria". Ed era proprio Gozzi che aveva dichiarato di voler riportare la manifattura al centro.
Né Garrone ha voluto esacerbare ulteriormente gli animi. Appare evidente questa intenzione quando scrive che "in Confindustria si sono determinate forti fratture e forti tensioni. Non serve all’Associazione che un candidato possa vincere per qualche voto, magari frutto di “impegni o scambi” eccessivi e per me intollerabili e inaccettabili. Solo sostenendo un unico candidato e mettendolo nella condizione ideale per forza e autonomia, si può garantire la miglior governabilità alla nostra Confindustria". E poi la conclusione: "Questa è una rinuncia che personalmente mi costa molto, ma che confido possa determinare una svolta comportamentale e sostanziale, rendendomi e rendendoci orgogliosi di averlo fatto e di aver contribuito ad un cambiamento storico doveroso, esprimendo un modo di essere al servizio del sistema e non un sistema al servizio di sé stessi. E’ una scelta di responsabilità che chiedo anche a voi tutti domani con il voto, per dare un segnale forte e di unità a tutti gli stakeholder e all’intero Paese".
In molti si domandano: che cosa farà adesso Garrone? Davvero rinuncerà a una qualche forma di rappresentanza, magari indiretta, dopo aver corso per mesi per arrivare fino a un giorno dalla votazione? Difficile da credere. Più facile pensare che il rapporto con Orsini, di rivalità sana e amichevole, possa trasformarsi in una qualche modalità di partnership per cui nella squadra dell'imprenditore emiliano potrebbe comparire qualcuno vicino a Garrone. Un finale inatteso per una corsa a Confindustria che, mai come questa volta, è stata accesa e vibrante. Sperando che a Viale dell'Astronomia, dopo anni in ombra, torni un po' di sole. Ce n'è gran bisogno.