Gas, Berlino attiva l'allerta preventiva: allarme forniture, schizzano prezzi
La prima economia d'Europa inizia a singhiozzare: senza Mosca la recessione sarà più "profonda". Gli analisti tagliano le stime sul Pil all'1,8%
Guerra Russia Ucraina, la Germania attiva il pre-allarme per l'approvvigionamento di gas
La Germania, cuore dell'economia europea, manda i primi segnali d'allarme sulle forniture di gas russo: il governo ha deciso di attivare il livello di allerta preventiva, in base al piano di emergenza messo a punto per far fronte a un eventuale taglio di approvigionamenti dalla Russia. La decisione, ha spiegato il ministro dell'Economia, Robert Habeck, arriva dopo che il G7 ha dichiarato che non intende pagare a Mosca il gas in rubli, come richiesto dal Cremlino. L'"allerta preventiva" lanciata oggi prevede, tra l'altro, l'immediata attivazione di una squadra di crisi presso il ministero per monitorare la situazione.
Habeck ha sottolineato che per ora non c'è alcun problema di forniture. "Non di meno", ha aggiunto, "dobbiamo aumentare le misure precauzionali per essere pronti a un'eventuale escalation della Russia". Nella squadra di crisi sono presenti esperti del ministero, della società che gestisce la rete e delle aziende distributrici. Il loro compito è tenere sotto controllo gli sviluppi "cosicche', se necessario, possano essere prese ulteriori misure per aumentare la sicurezza delle forniture".
Il ministro ha rilevato che gli stoccaggi di gas tedeschi sono attualmente al 25%, ma la "questione chiave", ha aggiunto, è dove saranno in autunno". Habeck ha quindi ribadito che la Germania "non accetterà alcuna violazione dei contratti sottoscritti", compresa la pretesa della Russia di essere pagata in rubli e non in euro o in dollari. Dal canto suo, il capo del gestore della rete tedesca, Klaus Mueller, ha spiegato in un tweet che l'obiettivo dell'allerta preventiva è evitare un deterioramento delle forniture e che l'industria deve tenersi pronta a "tutti gli scenari".
Intanto, l'allarme lanciato da Berlino ha fatto schizzare il prezzo del gas che non arresta la sua corsa: dopo il balzo del 6% della mattinata, intorno all'ora di pranzo al Ttf schizza e guadagna oltre il 14% a 124 euro al megawattora. A pagare anche la Borsa di Francoforte: l'indice Dax cede oltre l'1%.
In questo contesto di crisi, il debito pubblico della Germania ha raggiunto il massimo storico di 2.300 miliardi di euro alla fine del 2021. Il debito del bilancio pubblico complessivo (Federazione, Lander, comuni e associazioni di comuni, fondi di previdenza sociale, compresi tutti i bilanci extra) nei confronti del settore non pubblico ammontava a 2.319,8 miliardi di euro alla fine del 2021. Sulla base di risultati provvisori, l'Ufficio Federale di Statistica Destatis riporta anche che il relativo debito pro capite era di 27.906 euro. Il settore non pubblico comprende gli istituti di credito e il restante settore nazionale e non nazionale, per esempio le imprese private in Germania e all'estero.
Secondo il gruppo di economisti che consiglia il Governo tedesco il 2022, senza le forniture di gas russo, la recessione sarà ancora più "dura": gli analisti hanno tagliato le previsioni di crescita della Germania per questo anno, riducendole dal 4,6% all'1,8% a causa della guerra in Ucraina. Il comitato prevede inoltre che l'inflazione raggiunga il picco del 6,1% quest'anno prima di scendere al 3,4% nel 2023, quando la crescita del Pil dovrebbe rimbalzare al 3,6 per cento.
C'è quindi un rischio "sostanziale" di recessione in Germania a causa della guerra in Ucraina, secondo il Consiglio. Se ci dovesse essere anche un blocco delle consegne delle importazioni di energia russa o un embargo da parte dell'Occidente, lo sviluppo economico tedesco avrebbe ulteriori difficoltà. "La Germania è fortemente dipendente dalle forniture energetiche russe. Un arresto di questi rifornimenti comporta il rischio che l'economia tedesca scivoli in una recessione più profonda e l'inflazione aumenti ancora di piu'", ha detto Monika Schnitzer, membro del Consiglio degli esperti economici.
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