Gas russo, esportazioni in Ue in rialzo del 25% rispetto al 2023. Gazprom vola con l'appoggio turco

Prende forma l’hub turco in vista dello stop dei transiti in Ucraina di fine 2024: il ruolo di Azerbaijan, Ungheria e Bulgaria

di Redazione Economia
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Gas russo, l'hub turco prende forma e le esportazioni in Europa tornano a salire

Il gas russo sta tornando prepotentemente in Europa. I dati sul primo semestre relativo alle esportazioni non lasciano dubbi: si registra un netto incremento del 25% rispetto al 2023. Emblematico anche il dato sul colosso del gas russo Gazprom, utile netto triplicato nello stesso periodo. Si tratta - riporta Il Sole 24 Ore - di un successo commerciale che lascia interdetti, dopo oltre due anni e mezzo di guerra in Ucraina, e che ha già contribuito a risollevare i conti della società vicina al Cremlino, il cui utile netto – è notizia della settimana scorsa – è arrivato a 1.043 miliardi di rubli (11,3 miliardi di dollari). Le forniture di Gazprom all’Europa sono in effetti crollate di circa due terzi rispetto ai livelli di prima della guerra, ma non sembrano affatto vicine ad azzerarsi. Al contrario. In luglio – mentre i Paesi Ue riempivano gli stoccaggi, fino a superare il 90% della capienza con due mesi di anticipo sugli obiettivi – dalla Russia sono arrivati via pipeline 2,52 miliardi di metri cubi di gas.

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La società russa - prosegue Il Sole - starebbe offrendo sconti del 10% e più, con l’obiettivo di riconquistare quote di mercato nel Vecchio continente, stando a quanto riferisce Aura Sabadus, analista di Icis. Ma soprattutto sta gettando le basi per garantire che il passaggio delle forniture prosegua anche dal prossimo anno in avanti, quando il contratto per il transito in Ucraina sarà scaduto. Una strategia sempre più chiara, che Mosca sta portando avanti con il saldo appoggio della Turchia – dove comincia a prendere forma il nuovo “hub del gas” che il Cremlino prefigurava fin dal 2022 – e con la collaborazione di diversi altri Paesi. Tra questi anche alcuni membri Ue, come l’Ungheria e la Bulgaria, oltre all’Azerbaijan, che con le proprie risorse non è in grado di raddoppiare entro il 2027 le esportazioni di gas verso l’Europa, consentendo di potenziare il gasdotto Tap, e ora si presta ad agevolare la distribuzione del gas russo.