Generali, aria di battaglia: Caltagirone e Delfin disertano l’assemblea

Delfin, l'azienda dei familiari di Leonardo Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone non hanno partecipato ai voti sugli argomenti all'ordine del giorno

di Redazione
Economia

Generali, aria di battaglia: Caltagirone e Delfin disertano l’assemblea

Delfin, l'azienda dei familiari di Leonardo Del Vecchio, e il gruppo Caltagirone hanno mancato l'assemblea di Generali. I due principali proprietari non hanno presentato le azioni e quindi non hanno partecipato ai voti sugli argomenti all'ordine del giorno - in gran parte questioni ordinarie, dal bilancio con un profitto netto di 1,4 miliardi di euro al dividendo di 1,28 euro, fino al buyback da 500 milioni - che sono stati approvati con larghe maggioranze, tramite un rappresentante, dalla maggior parte del 49,7% del capitale presente. Questo è quanto riferisce Nordest Economia.

L'anno scorso, dopo la lotta del 2022 per il rinnovo del consiglio direttivo di Generali, Delfin e Caltagirone avevano partecipato all'assemblea del gruppo assicurativo guidato da Philippe Donnet dove era intervenuto il 63,2% del capitale. All'appuntamento, che a causa delle norme anti-covid ancora in vigore si tiene ancora a porte chiuse ma con la possibilità di seguire la prima parte dei lavori in streaming, dalle relazioni sociali fatte dal presidente di Generali, Andrea Sironi, le quote dei principali azionisti sono rimaste praticamente stabili. Mediobanca rimane il maggiore azionista con il 13,1%, seguita dalla holding lussemburghese di Francesco Milleri con il 9,9% e dal gruppo Caltagirone con il 6,19%. I Benetton rimangono al 4,8%, mentre la Fondazione Crt ha partecipato all'assemblea con una quota che è salita dall'1,6% dello scorso anno all'1,92%, seguendo il percorso verso il 2% tracciato da Fabrizio Palenzona, ex presidente dell'ente torinese. L'assenza dei due maggiori azionisti privati non è un buon segnale per la dirigenza attuale di Generali, il cui mandato scade tra un anno insieme a tutto il consiglio. Il presidente Andrea Sironi ha sottolineato che i suoi primi due anni da presidente sono stati "molto impegnativi".

Ha anche aggiunto che le recenti acquisizioni di Liberty Seguros e Conning "sono state rese possibili anche grazie a un rinnovato spirito di collaborazione all'interno del consiglio, a una visione condivisa tra il consiglio e il management e a una forte coesione nel perseguire gli obiettivi del gruppo". Il CEO Donnet ha difeso i risultati ottenuti finora e la generosa remunerazione agli azionisti con 5,5 miliardi distribuiti nei tre anni del piano che termina alla fine del 2023.

"Il nostro focus, sia mio che di tutto il top management, è sempre più incentrato sulla definizione della strategia per il periodo 2025-2027", ha dichiarato il dirigente francese che presenterà il nuovo piano il 30 gennaio: "sarà ancora una volta molto ambizioso e orientato al lungo termine". Vista la disapprovazione di Delfin e Caltagirone verso Donnet, non è scontato un suo nuovo mandato alla guida di Generali. A complicare la situazione si è aggiunto il Ddl Capitali con le restrizioni poste alla lista del consiglio direttivo. "Dobbiamo superare quelle deviazioni dalle migliori pratiche internazionali: penso al sostanziale disincentivo alla possibilità per un consiglio uscente di formulare proposte all'assemblea degli azionisti per il consiglio futuro", ha dichiarato Sironi in proposito.

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