Generali, Borsa pronta a guadagnare. Ipotesi Grieco per Calta-Del Vecchio

Passo indietro invece di Matteo Del Fante: il nome del numero uno delle Poste era circolato come nome forte per il ruolo di Ceo, voluto da Caltagirone

di Andrea Deugeni
Economia
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Ore 16.30 in modalità da remoto, come negli ultimi consigli di amministrazione, anche se non viene esclusa la presenza di qualche consigliere. Manca poco alla riunione informale dei consiglieri non esecutivi delle Assicurazioni Generali (Philippe Donnet, dunque, escluso) che affronterà il tema della “lista del consiglio” con al centro delle discussioni il rinnovo per il terzo mandato dell’amministratore delegato. Una riunione che, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, era stata convocata già ad agosto al termine del Cda sulla semestrale (il presidente Gabriele Galateri sarà presente nella Torre Generali a Milano, con molta probabilità fisicamente, perché dovrà comunicare ai membri del board la disponibilità del Ceo a rimanere per un altro triennio).

APPEAL SPECULATIVO PER IL LEONE IN BORSA/ Nel giorno in cui la Delfin di Leonardo Del Vecchio ufficializza la salita al 5,003% del capitale delle Assicurazioni Generali, al termine della prima seduta di Piazza Affari dopo l'annuncio al mercato del patto di consultazione fra l'imprenditore dell'occhialeria e l'ingegnere capitolino Francesco Caltagirone le azioni del Leone chiudono in rialzo dell'1,26% a 17,65 euro. Secondo la maggior parte degli analisti finanziari che seguono le Generali lo scontro in atto aumenta il quadro speculativo sulla compagnia a Piazza Affari.

Fonti interne al Leone spiegano che lo scambio verterà sull’esposizione da parte di ogni singolo consigliere della propria posizione sull’eventuale nuovo mandato per Donnet, argomentando le proprie ragioni con tanto di numeri e obiettivi, il cui raggiungimento il top manager francese con la cittadinanza italiana potrebbe garantire o meno. Un confronto informale lungo (così nelle attese dei partecipanti) a cui poi seguirà (al momento non è previsto un altro incontro e il comitato nomine, non ancora convocato, dovrebbe avere in agenda solo questioni tecniche) il consiglio di amministrazione del 27 settembre, in cui si metterà ai voti l’opzione “lista del cda uscente” e che aprirà l’iter per la compilazione in vista dell’assemblea di fine aprile 2022 che, oltre all’approvazione del bilancio, prevede il rinnovo delle cariche sociali.

In caso di disco verde, considerata la disponibilità data, Donnet farà parte dell’elenco che verrà stilato internamente, mentre i due soci forti Leonardo Del Vecchio (rappresentanti in consiglio da Romolo Bardin) e Francesco Caltagirone, che del Leone è anche vicepresidente, andranno per la loro strada con una lista alternativa. Impegno suggellato dal patto di consultazione siglato la scorsa settimana, posizione che potrebbe raccogliere anche l’appoggio degli altri soci forti Benetton e della Fondazione Crt, favorevoli a un cambio di marcia sulla crescita dimensionale attraverso la leva dell’M&A. Un epilogo che gli osservatori danno per scontato (Cda a 13 membri), considerando che oltre ai consiglieri espressione/riconducibili a Mediobanca (Clemente Rebecchini, Gabriele Galateri, Donnet, Alberta Figari e Diva Moriani), il fronte può contare sull’appoggio anche di Lorenzo Pellicioli (gruppo De Agostini) e dei due consiglieri indipendenti espressione di Assogestioni (Roberto Perotti e Ines Mazzilli) che hanno sempre votato a favore non solo delle proposte di Donnet, ma anche di quelle sulla governance avanzate da Galateri.



Francesco Caltagirone e Philippe Donnet

A meno di ricomposizioni dell’ultima ora giudicate molto improbabili, lo scontro fra i due blocchi (Mediobanca-De Agostini e Caltagirone-Delfin-Benetton-Fondazione Crt, a nastri di partenza il 14,63% contro il 16,243%) si ripresenterà in assemblea, dove il 40,31% degli investitori istituzionali sarà decisivo per la vittoria di uno dei due schieramenti.

Gli occhi degli osservatori sono sui nomi che potrebbero far parte della lista Del Vecchio-Caltagirone e, in particolare, sul loro candidato amministratore delegato, un nome forte tale da spostare i voti del mercato ma che, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, al momento (le liste verranno presentate a marzo e può essere che visto l'alto grado di conflittualità il top-manager voglia restare dov'è) non sarà il Ceo di Poste Matteo Del Fante, dirigente molto quotato e dato prima in pole per il ruolo.

Secondo alcuni rumors, i due imprenditori che nella galassia Mediobanca-Generali hanno investito in tutto 4,92 miliardi di euro sarebbero propensi al rispetto delle quote rosa nel ticket di vertice presidente-amministratore delegato, un ticket di cui potrebbe far parte, al posto di Galateri, la presidente di Mps Patrizia Grieco, ex presidente di Enel, da giugno di quest’anno anche numero uno di Assonime, l'associazione delle società italiane per azioni.

@andreadeugeni