Generali, Calta chiama l'"Uomo dell'Est": Cirinà il Ceo. Costamagna per l'M&A

Il mercato ora vuole vedere il piano alternativo (a quello di Donnet) del ticket di vertice proposto dall'imprenditore romano

di Andrea Deugeni
Luciano Cirinà
Economia
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Caltagirone sfida Philippe Donnet e Mediobanca con l’Uomo dell’Est delle Generali. E’ Luciano Cirinà, il candidato amministratore delegato del patron del Messaggero titolare di una quota del Leone fra il 9 e il 10% che ha appena alzato il velo sulla propria lista di maggioranza. Lista che in caso di vittoria all’assemblea del 29 aprile della compagnia vedrebbe l'attuale responsabile del mercato austriaco e di quello del Central East Europe dell’assicurazione assumere le deleghe operative del gruppo. Cirinà gestisce il business in una delle aree chiave del Leone, driver della crescita e su cui lo stesso Donnet ha puntato in tutti i suoi piani industriali e dove la compagnia nell’era Perissinotto e Greco aveva fortemente accelerato dopo aver messo le mani su Ppf dell’imprenditore ceco Petr Kellner.


Francesco Gaetano Caltagirone

Cirinà, triestino di nascita, 56enne “dirige da anni - si legge nel comunicato di cui Affaritaliani.it ha preso visione e con cui la VM 2006 Srl della galassia societaria di Caltagirone ha presentato la propria lista “lunga” - tutto l’Est Europa del gruppo Generali (Cechia, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Romania, Bulgaria, Serbia, Slovenia, Croazia e Austria), settore complesso per la pluralità di legislazioni, valute e lingue. Tale area geografica, sotto la sua guida, è quella maggiormente cresciuta negli ultimi anni. Cirinà, con un’esperienza più che trentennale in campo assicurativo, è considerato da molti all’interno della compagnia il successore dell’attuale amministratore delegato e gode di particolare stima e rispetto da parte di tutto il personale” del gruppo.


Claudio Costamagna

Il nome del top manager della prima linea di Donnet, come potenziale candidato dell’ex vicepresidente (dal 2010 al 2022) delle Generali, era iniziato a circolare a inizio settembre quando era ormai chiaro che Caltagirone e Leonardo Del Vecchio (rappresentato in consiglio da Romolo Bardin), fronte a cui si è unita poi la Fondazione Crt, erano in manovra per portare discontinuità nella governance delle Generali (l’11 settembre l’ufficializzazione del patto di consultazione).

A quello di Cirinà, a cui in un inedito ticket veniva associato anche il nome di Sandro Panizza, attuale group chief insurance&investment officer delle Generali, come direttore generale in un Leone post-vittoria di Caltagirone, a fianco poi al nominativo di un presidente con forti riscontri sui mercati internazionali e grande esperto di M&A, proprio com'è l’ex Goldman Sachs, Salini e Cdp Claudio Costamagna (ultimo incarico: presidente di Revo da cui si è appena dimesso).


Francesco Gaetano Caltagirone e Philippe Donnet

La presenza di Cirinà nella lista Caltagirone ha fatto alzare il sopracciglio a più di qualcuno nel gruppo e nell’attuale prima linea della compagnia visto che fino ad ora il capo di Generali Austria&Cee ha lavorato a stretto contatto proprio con Donnet con totale visibilità su tutti i numeri del business e il top-manager ora metterà la faccia sul piano alternativo con cui, assieme a Costamagna e a Caltagirone, dovrà convincere gli investitori istituzionali della compagnia che hanno in mano il 35,11% del capitale, vero ago della bilancio nell'appuntamento di fine aprile. Ma delle strategie, a parte l'accelerazione sull'M&A (c'è qualcuno che scommette nel grande deal con l'elevetica Zurich di Mario Greco che permetterebbe a Caltagirone e Del Vecchio di incassare un lauto ritorno dal proprio investimento) non si sa ancora nulla. 



Il Ceo di Mediobanca Aberto Nagel
e quello di Delfin Romolo Bardin

In ordine (che significa che in caso di sconfitta entreranno in Cda come prima lista di minoranza solo i primi tre o quattro nel caso in cui Assogestioni non dovesse presentare i propri nominativi) oltre allo stesso Caltagirone, nella lista dell’imprenditore capitolino ci sono Marina Brogi, Flavio Cattaneo, Roberta Neri, Costamagna, Cirinà, Alberto Cribiore, Maria Varsellona, Paola Schwizer, Andrea Scrosati, Stefano Marsaglia, Nicoletta Montella e Patrizia Michela Giangualano. Ad eccezione del costruttore romano, nessuno dei candidati è rappresentante di azionisti né collegato ad azionisti, né era presente nel precedente board. I nomi di Criobiore (ex Merril Lynch e Citi), Marsaglia (ex Mediobanca), Costamagna e Cattaneo (ex Terna, Rai, Telecom e Ntv) sono di grande appeal per il mercato, scelti con accuratezza che però in caso di scofitta in assemblea (a parte Cattaneo) non entreranno in cda. 


 

Lo scorso 10 marzo Caltagirone aveva comunicato che avrebbe presentato una lista per l'intera rosa di componenti per il rinnovo del board, dopo essere uscito a fine gennaio dal patto di consultazione che lo legava ad altri due soci di Generali, Delfin e Fondazione Crt. Complessivamente il patto aveva circa il 16% al momento dell'uscita di Caltagirone, che a metà gennaio aveva dato le dimissioni dal consiglio del Leone, in aperta polemica con le scelte di governance.

Poco dopo anche il rappresentante di Del Vecchio, titolare - secondo gli ultimi dati comunicati- di una quota superiore al 6,6%, si era dimesso. Le autorità di Vigilanza, su richiesta di Generali, stanno verificando l'esistenza di un concerto tra i soci privati che hanno partecipato all'accordo parasociale. Il Cda di Generali ha pubblicato ieri la lista per il rinnovo del board, indicando per la presidenza Andrea Sironi, attuale presidente di Borsa italiana, in sostituzione di Gabriele Galateri che ha deciso di non ricandidarsi, anche per la mancanza del requisito di indipendenza.

@andreadeugeni