Generali, Delfin compra ancora. Agenti pro-Donnet.Pressing Allianz su Balbinot

Del Vecchio arrotonda e sale al 5,1%. Il Patto tallona Mediobanca che però, secondo i rumors, potrebbe contare sull'appoggio degli agenti (0,2%) e in Allianz...

di Andrea Deugeni
Economia
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Ora la distanza fra la quota di Mediobanca, il primo azionista delle Assicurazioni Generali e fronte a cui si oppone il patto Caltagirone-Del Vecchio-Fondazione Crt è solo di uno 0,4% del capitale. Quota che sale al 2,1% se si considera anche lo storico alleato di Piazzetta Cuccia ovvero il gruppo De Agostini controllato dalle famiglie Boroli e Drago. Si tratta comunque solo di un’incollatura, che al netto dei Benetton, che secondo indiscrezioni guardano con favore alle mosse dei due grandi vecchi del capitalismo italiano in pressing sulla crescita dimensione (e del titolo) a Trieste, dovrebbe venir colmata e superata ai nastri di partenza prima del probabile scontro assembleare del prossimo aprile attraverso ulteriori acquisti di Delfin e di Caltagirone.

OK CONSOB ALL'OPA SU CATTOLICA: AL VIA IL 4 OTTOBRE/ Via libera dalla Consob al documento di offerta relativo all'opa di Generali su Cattolica Assicurazione. Il periodo di adesione avrà inizio il giorno 4 ottobre e terminerà, salvo proroga, il 29 ottobre 2021 (estremi inclusi). Lo si legge in una nota della compagnia triestina.

Dopo gli acquisti dei giorni scorsi dell’editore del Messaggero, anche Del Vecchio ha continuato a comprare azioni Generali (1,6 milioni di titoli), arrotondando la propria quota di uno 0,1% circa e portando il proprio pacchetto al 5,1%.

Operazioni che stanno sortendo i propri effetti speculativi a Piazza Affari, dove il Leone (oggi rialzo dell’1,5%) è a un soffio da quota 18 euro (17,98 euro), riportandosi vicino ai livelli pre-Covid (ai massimi dal 21 febbraio 2018).

Gli acquisti dei due azionisti che mirano a rimuovere Philippe Donnet continuano a 48 ore dal comitato nomine preparatorio per il Cda-chiave del 27 settembre, quando potrebbe essere avviato l'iter per la definizione di una lista del board per il rinnovo dello stesso, previsto dall'assemblea di primavera.


Romolo Bardin

Dopo un confronto delle agende fra i componenti (Diva Moriani, Clemente Rebecchini, Alberta Figari, Lorenzo Pellicioli, Francesco Caltagirone, Romolo Bardin, e Sabrina Pucci) e l’arrivo in Generali dei pareri tecnici richiesti a Ivass e Consob, il comitato nomine è stato ufficialmente convocato per venerdì 24 settembre, una riunione con finalità istruttorie per portare il tema “lista del consiglio” in Cda dove potrebbe consumarsi la spaccatura finale fra gli azionisti stabili del Leone.

Intanto, mentre i fronti si compattano e alcuni soci forti come la Fondazione torinese escono allo scoperto, pare che lo schieramento Mediobanca-De Agostini possa contare nel fronte pro-Donnet in prospettiva anche lo 0,2% del capitale che gli agenti Generali raccolti in Anagina stanno costruendo. Quella dell'Anagina è una voce in passato molto ascoltata a Trieste, perché parte importante della rete del Leone in Italia.

Secondo alcune indiscrezioni, infatti, gli agenti guarderebbero con timore l’ulteriore spinta alla digitalizzazione (e al taglio dei costi) che il duo Caltagirone-Del Vecchio intende introdurre nella compagnia assicurativa sostituendo Donnet. Trasformazione che giocoforza si ripercuoterebbe sul lavoro (e i portafogli) degli agenti e che quindi spingerebbe l’Anagina, che ai tempi di Ina-Assitalia riedeva anche in consiglio, per la conservazione dello status quo.


Il consigliere di amministrazione
di Allianz Sergio Balbinot

Nel patto di consultazione “aperto”, i due imprenditori che controllano l’11,37% del capitale del Leone, avevano fatto esplicito riferimento alla “modernizzazione tecnologica dell'attività caratteristica” come leva per raggiungere “una più profittevole ed efficace gestione" del colosso nazionale delle polizze.

Infine, mentre Caltagirone e Del Vecchio tengono ancora coperte le carte sul nome del possibile sfidante di Donnet per il ruolo di Ceo, nome su cui si giocherà la partita con Mediobanca per orientare il volto decisivo degli investitori istituzionali (oltre il 40%) in caso di arrivo di tre liste in assemblea, secondo alcuni rumors in Allianz si sarebbe intensificato il pressing per far rimanere Sergio Balbinot a Monaco di Baviera. Pressing partito dopo che il nome dell’ex co-Ceo del Leone ed ex “ministro degli Esteri delle Generali” (così veniva appellato a Trieste il 63enne manager di Tarvisio sotto cui ricadeva la responsabilità dei mercati oltre-confine delle Generali) ha iniziato a circolare come uno dei papabili per il ruolo di amministratore delegato.

Balbinot, profondo conoscitore del ricco mercato assicurativo cinese, siede dal 2015 nel consiglio di amministrazione di Allianz e il gruppo teutonico gli ha affidato anche la presidenza di Allianz China Holding, rinnovandogli il mandato come consigliere fino al 2022.

@andreadeugeni