Generali, rassicurazioni per la joint venture con Natixis: "Dalla partnership oltre 1 miliardo di valore"

Il colosso delle assicurazioni precisa in una nota che "la combinazione con Nim offre un'interessante opportunità di creazione di valore per il gruppo stimata in oltre 1 miliardo di euro"

di Redazione
Economia

Generali-Natixis, la partnership genererà un 1 miliardo di valore 

"La combinazione con Nim offre un'interessante opportunità di creazione di valore per il gruppo Generali, stimata in oltre 1 miliardo di euro". Lo afferma Generali in una nota stampa, fornendo ulteriori indicazioni sulla logica strategica e su alcuni elementi rilevanti degli accordi sottoscritti nell'operazione annunciata in data 21 gennaio scorso, avente a oggetto la definizione di una partnership nell'asset management con Natixis Investment Managers (Nim) e la sua controllante, il Groupe des Banques Populaires et des Caisses d'Epargne (Bpce), "oggetto di molta attenzione da parte della stampa e del mercato".

Tale stima di un miliardo "riflette il valore attuale del beneficio economico atteso derivante dal Seed money e delle sinergie attese dall'operazione, al netto dei costi di integrazione e delle maggiori tasse. In particolare, sono state identificate sinergie di ricavi ed efficienze operative per un totale annuo (a regime) pari a 210 milioni prima delle imposte, derivanti dal maggiore potenziale di crescita e di cross-selling, in aggiunta alle iniziative di risparmio di costo (soprattutto a livello centrale) che, grazie agli evidenti benefici di scala, offrirebbero ampi margini di efficientamento in aree quali procurement, It e gestione dei dati". 

Questa stima di 210 milioni di sinergie, peraltro, "non include il contributo atteso derivante dal futuro impiego di Seed money che - grazie al lancio di nuovi prodotti ad alto potenziale - potrebbe contribuire allo sviluppo della base clienti e a un ulteriore incremento dei ricavi stimati. La definizione di utile netto rettificato di Gruppo esclude, fra gli altri, gli impatti legati all'ammortamento degli intangibili relativi al valore dei clienti, così come gli utili e le perdite derivanti da operazioni di M&a.

L'utile netto rettificato pro forma di Generali Investment Holding 2 al 2023 era pari a 0,3 miliardi. L'accordo annunciato il 21 gennaio si tradurrebbe, una volta finalizzato, in un profitto netto di realizzo a favore del Gruppo Generali stimato nell'ordine di 1 miliardo (in accordo allo Ias 28), che sarebbe comunque neutrale ai fini dell'utile netto rettificato di Gruppo.

Come annunciato, sottolinea inoltre Generali, "la nuova società metterebbe assieme le attività di asset management facenti capo, rispettivamente, a Generali Investments Holding e a Nim, portando alla creazione di un operatore globale da 1.900 miliardi di euro di masse gestite, al nono posto a livello mondiale e leader nell'asset management in Europa con 4,1 miliardi di ricavi. La società risultante dall'aggregazione sarebbe controllata in modo condiviso dalle due istituzioni finanziarie - ciascuna con una quota del 50% - operando con una struttura di governance congiunta e secondo criteri paritetici di rappresentanza e controllo".

L'operazione annunciata il 21 gennaio "si tradurrebbe in un impatto nei primi due anni, includendo gli oneri di integrazione, fra 25 milioni e 50 milioni di euro, prima dell'effetto del dividendo preferenziale previsto solo per i primi due anni e per un ammontare complessivo pari a 250 milioni. Tale dividendo preferenziale a favore di Bpce porterebbe l'impatto complessivo della transazione al netto delle imposte fra -25 milioni e 0 milioni. Dopo la fine dell'effetto del dividendo preferenziale, quindi a partire dal 2028, l'impatto sull'utile netto rettificato è atteso esser superiore a 50 milioni, anche tenendo conto degli oneri di integrazione".

Una volta esaurito l'impatto di tali oneri e una volta che le sinergie attese andranno a regime, "l'impatto della transazione sull'utile netto rettificato - specifica Generali- è atteso esser superiore a 125 milioni annui a partire dall'anno 2030. Per quanto concerne il profilo di cassa, negli anni di piano 2025-2027, l'impatto netto sulle rimesse dalle controllate del Gruppo Generali è stimato in un ammontare cumulativo negativo per circa 100 milioni, principalmente a causa di oneri di integrazione (Cta) e oneri accessori; mentre l'impatto sulla cassa beneficia anche di un effetto positivo cumulativo di oltre 100 milioni proveniente dal rimborso di un prestito di circa 230 milioni previsto dalla Capogruppo a Generali Investments Holding per finanziare l'acquisizione di Mgg annunciata in data 17 gennaio 2025 e il cui rimborso farebbe carico alla nuova società detenuta da Generali Investments Holding al 50%".

"A regime - si specifica - l'impatto positivo futuro stimato sulla cassa per Generali sarà in linea con l'impatto atteso sull'utile, una volta realizzate tutte le sinergie. L'obiettivo di Generali, condiviso da Bpce, è chiaro: costruire una solida partnership di lungo termine, coerente con la sua visione strategica, approfittando di una opportunità unica di creazione di valore per il gruppo e tutti i suoi stakeholder. In linea con questo, e per garantire stabilità e continuità al progetto, Generali e Bpce sottoscriverebbero un accordo di 15 anni che regola i termini e le condizioni della gestione da parte delle società facenti capo alla nuova entità di proprie masse, pretendendo una sostanziale continuità dei termini contrattuali delle deleghe di gestione ad oggi in essere, e che dunque non comporterebbe - per il gruppo Generali- cambiamenti quanto ai flussi commissionali pagati. Sono previste clausole di salvaguardia a favore di entrambe le parti e gli impegni rimangono comunque subordinati al rispetto della normativa vigente, all'autonomia di Generali e delle compagnie assicurative nelle proprie scelte di asset allocation e alla salvaguardia del migliore interesse dei propri clienti. È previsto inoltre che Cathay, già legato da un accordo di gestione di lungo termine con Generali Investments Holding, rinnovi il suo mandato a favore della nuova entità". 

Generali, dalla joint venture con Natixis nessuna ripercussione sulla gestione del risparmio degli italiani 

"Premesso che, a oggi, le masse in gestioni afferenti alle compagnie e alla clientela italiana del Gruppo Generali rappresentano circa il 30% delle masse totali gestite da Generali Investments Holding, la nascita della joint venture non avrebbe alcuna ripercussione sulla continuità delle politiche di gestione del risparmio affidato dagli italiani alle compagnie del Gruppo, che rimangono proprietarie degli attivi e ne decidono l'allocazione tra le diverse strategie di investimento". 

Lo chiarisce sempre Generali in una nota stampa. "Gli attivi sarebbero infatti soggetti a tutti i rigorosi presidi previsti dalla disciplina legislativa e regolamentare vigenti a livello nazionale ed europeo in materia prudenziale, all'interno di limiti di rischio puntuali e stringenti. Ciascuno dei due soci manterrà il potere decisionale pieno ed esclusivo sui propri attivi assegnati in gestione alla joint venture. Ciò significa che Generali e il suo Cda - proprio come avviene oggi - continueranno a definire le linee guida strategiche di investimento e l'asset allocation per l'intero Gruppo". 

Generali, egual numero di consiglieri e la sede neutrale sarà ad Amsterdam 

"Il consiglio di amministrazione della nuova entità sarebbe composto da un egual numero di consiglieri designati da Generali Investments Holding e Nim (ovverosia 6 membri designati da ciascuno socio), integrati da tre consiglieri indipendenti individuati congiuntamente dalle stesse Generali Investments Holding e Nim, oltre che dal ceo della joint venture. La nuova entità verrebbe costituita ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, come soluzione neutrale tra i due soci basati in Paesi diversi", si legge ancora nella ntoa.

"Italia, Francia e Stati Uniti rimarrebbero gli hub operativi della nuova società, dai quali si continuerebbe a gestire direttamente le attività di business - sottolinea Generali -. In riferimento ai ruoli apicali della società, va evidenziato che il ceo (con ampi poteri di gestione) a capo della nuova entità al momento della sua costituzione sarebbe l'attuale ceo di Generali Investments Holding, nominato per un periodo di 5 anni e automaticamente rinnovato per un ulteriore periodo di 5 anni in caso di raggiungimento di risultati in linea con il piano industriale della società".

Generali Investments Holding esprimerebbe altresì il vicepresidente, mentre deputy ceo e presidente sarebbero appannaggio di Nim, sempre per i primi 5 anni dal momento della costituzione della joint venture (e per ulteriori 5 anni in caso di rinnovo del mandato del primo ceo). Decorso un certo periodo di tempo, troverebbero applicazione usuali meccanismi di exit volti a consentire e regolare l'eventuale uscita dalla joint venture. "Fermo quanto precede, non è intenzione di Generali- né esistono previsioni contrattuali che possano costringere la medesima a - ridurre la propria partecipazione o i propri diritti di governance nella joint venture", conclude la nota. 

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