Generali, nuovo capitolo dello scontro in cda: Caltagirone fa ricorso

L’imprenditore romano vuole capire quale sia stato il ruolo del prestito titoli di De Agostini e Mediobanca nella definizione del nuovo cda

di Marco Scotti
Economia
Condividi su:

Generali, nuovo scontro in consiglio di amministrazione

Non c’è pace nel consiglio di amministrazione di Generali. Lo scorso 25 luglio, infatti, la Vm 2006, società che fa parte della galassia di Francesco Gaetano Caltagirone, ha presentato un ricorso al Tribunale di Trieste per cercare di definire alcune situazioni verificatesi nei mesi precedenti alla definizione del nuovo consiglio di amministrazione. In particolare, sotto la lente dell’ingegnere è finito il famoso prestito titoli con cui Mediobanca ha ottenuto oltre il 4% dei diritti di voto per il rinnovo del cda. E le quote di De Agostini, pari a oltre l’1,4%, che sono state tenute “in vita” nonostante l’intenzione di vendere il pacchetto azionario da parte dell’azienda di Novara

A quanto risulta ad Affaritaliani.it, Generali procede per la sua strada, convinta di aver sempre operato in base allo statuto. L’esito dell’Assemblea, in cui la vittoria della lista del cda uscente è arrivata con uno scarto di poco superiore al 10%, ha mostrato chiaramente la bontà del piano presentato ai fondi italiani e internazionali, sostengono a Trieste. I risultati presentati ieri 2 agosto hanno dato ragione in parte al piano industriale di Generali. L’operativo è cresciuto e l’utile netto, se si esclude la svalutazione di circa 140 milioni proveniente dalla Russia, è rimasto stabile, con la solvency che è ulteriormente cresciuta. C’è da dire, però, che al momento il mercato non sembra premiare il titolo delle assicurazioni triestine. Rispetto ai massimi di fine marzo infatti, quando il valore aveva superato i 20 euro, ora siamo sotto ai 15 euro.

Una valutazione che non preoccupa il Leone. Il target price di diversi analisti, infatti, rimane sopra ai 20 euro per azione, segno che c’è fiducia nel piano industriale 2021-2024 presentato da Philippe Donnet. Il group ceo, d’altronde, continua ad affermare che il suo unico obiettivo è rispettare i target del piano stesso, che finora hanno garantito agli azionisti utili in crescita – eccezion fatta per l’annus horribilis 2020. Di più: secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it che ha potuto verificare con fonti accreditate, il prezzo attuale delle azioni non preoccupa il Leone perché c’è la convinzione che tornerà l’interesse anche della clientela retail.

Infine, un ultimo piccolo giallo. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, nella seduta di ieri del consiglio di amministrazione in cui sono stati definiti i comitati, il ceo Philippe Donnet si sarebbe astenuto durante la votazione per i nuovi ruoli. Una scelta che potrebbe essere letta in due direzioni opposte: o come la scelta del manager di non entrare direttamente nella definizione dei nuovi comitati ma di svolgere un ruolo “super partes”. Questa prima possibilità sarebbe tra l’altro comprensibile visto che Flavio Cattaneo, uno dei tre consiglieri della lista Caltagirone, ha ottenuto la presidenza delle Operazioni con Parti Correlate e figura nel comitato per gli Investimenti; che Marina Brogi è presente in tre comitati e che Stefano Marsaglia figura nel comitato per l’Innovazione e la sostenibilità. La seconda ipotesi sull’astensione di Donnet, invece, è che il clima nel consiglio di amministrazione sia ancora incandescente. Intanto, però, con la definizione dei comitati si è arrivati a un primo punto fermo dopo tre mesi. Speriamo che sia l’inizio di un nuovo corso.