Generali, parte l'assalto di Caltagirone-Del Vecchio al fortino di Mediobanca
Rumors: Monge e Gavio in entrata nel patto "light" di Piazzetta Cuccia
L’obiettivo primario restano le Assicurazioni Generali, ma i pattisti che trovano la testa d’ariete a valle nella compagnia triestina in Francesco Caltagirone e a monte in Mediobanca in Leonardo Del Vecchio, hanno messo ora nel mirino Alberto Nagel, Ceo di Piazzetta Cuccia.
Il motivo? Per i due grandi vecchi dell’imprenditoria italiana, Nagel è colpevole di aver stretto le Generali in un abbraccio mortale che impedisce al Leone alato di spiccare il volo della grande crescita dimensionale. Un abbraccio che finisce per sacrificare lo sviluppo di una delle più grandi aziende italiane sull’altare dei dividendi da distribuire ai soci. Flusso di cedole da cui arriva un terzo dell’utile di Mediobanca e che permette invece a Nagel, è l’accusa, di puntellare e assicurare la riuscita solo del proprio piano industriale.
Leonardo Del Vecchio
Per Del Vecchio (che oggi ha arrotondato in Generali al 5,19%; Patto salito al 12,62%) e Caltagirone, consapevoli che la battaglia di Trieste può andare persa dopo il blitz di Nagel sul prestito titoli (del 4,42%) che ha portato Piazzetta Cuccia al 17,22% dei diritti di voto della compagnia assicurativa, questo legame ora è da recidere. Un retaggio del passato che i due grandi vecchi hanno fretta di archiviare.
E’ da leggersi in questo modo l’integrazione dell'ordine del giorno dell'assemblea di Mediobanca voluta da Delfin, con l'introduzione di alcune importanti variazioni della governance che renderanno più agevole, specialmente per quanto riguarda la rimozione dell’obbligo della presenza nel consiglio di amministrazione di tre manager interni, la presentazione di liste alternative degli azionisti. Ovviamente senza il nome del 56enne banchiere a capo della merchant bank.
L’assalto al fortino da portare a compimento fra un anno e mezzo, quando scadrà il mandato dell’attuale board e di Nagel, sembra partito. Un quarto del capitale di Mediobanca è in mano a Del Vecchio e a Caltagirone, pacchetto pesante che i due imprenditori sembrano ora voler far pesare. Il vento (di guerra) è cambiato. Nella City milanese circolano indiscrezioni di una scalata già pronta finanziata dal colosso americano JP Morgan, scenario che pare più da fantafinanza se chi deve fare la prima mossa è il patron di Essilux (bisogna considerare gli impegni da investitore “finanziario” presi da Delfin con la Vigilanza bancaria).
Francesco Gaetano Caltagirone
Meno da fantafinanza, invece, sono le indiscrezioni che vedono l'assalto portato, come protagonista, da un attore, un fondo guidato da manager apprezzati dal mercato che, oltre a contare sull’appoggio del duo Calta-Del Vecchio, hanno i galloni per conquistare quel 50% dei diritti di voto in Mediobanca detenuto dagli investitori istituzionali che ora costituiscono al momento la forza del consenso di cui gode Nagel. Favore costruito a suon di rendimenti e pay-out, linguaggio che piace al mercato.
Grazie a questo consenso, il banchiere può fare spallucce di fronte ai cattivi segnali che stanno arrivando dal patto di consultazione della merchant, prima con l’uscita dei Berlusconi, poi con il “downgrade” ad available for sale (disponibile per la vendita) da parte dei Doris nella nuova classificazione in bilancio della partecipazione di Mediolanum. Da ultimo, con la defezione dei Benetton (che pare non aderiranno al Patto sul Leone ma al momento della votazione in assemblea il prossimo aprile si schiereranno con il duo riottoso). Anche se pare che a breve il banchiere potrebbe registrare l’appoggio, con l’ingresso nell’accordo parasociale light, dei Monge (1%) a cui affiancare un rafforzamento dello storico alleato Gavio (0,66%).
Insomma, per Del Vecchio e Caltagirone la battaglia di Trieste può andare persa, ma non la guerra in Piazzetta Cuccia fra un anno e mezzo. Poi, l'assalto finale a Nordest può sempre essere ritentato per rimuovere Philippe Donnet quando il nemico, giurato dopo il duro gioco di azione-reazione a cui si sta assistendo a Trieste, sarà messo fuori gioco.
@andreadeugeni