Eredità Agnelli, dopo il maxi sequestro gli Elkann rischiano di perdere tutto (anche l'oro). Ma spunta un tesoretto alle Bahamas
Una frode fiscale ben pianificata, nella quale rientra la spartizione dei gioielli e una strategia per far risultare la residenza di Marella Caracciolo in Svizzera
Lapo Elkan - Ginevra Elkan - Jhon Elkan
Eredità Agnelli: spunta un tesoretto alle Bahamas, e 50 milioni in gioielli non dichiarati
Gioielli, opere d'arte, denaro e documenti. I tesori nascosti dalla famiglia Elkann sbucano fuori come funghi, fanno il giro del mondo ma, alla fine, vengono sempre a galla. L'eredità dell'Avvocato Agnelli rimane al centro del ciclone, in un'inchiesta che lo scorso venerdì, 20 settembre, ha portato al sequestro di 74,8 milioni di euro ai fratelli Elkann (John, Ginevra e Lapo) e agli altri due indagati: il notaio Urs Von Grueningen e il commercialista Gianluca Ferrero, attuale presidente della Juventus.
I gioielli di Marella: un tesoro da 50 milioni
Al centro delle indagini, condotte dalla Procura di Torino, c’è un'eredità milionaria passata attraverso le mani della defunta Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli. Un tesoro fatto di gioielli, stime e calcoli fiscali mancati: 50 milioni di euro in ori, diamanti e perle (fuori dall'eredità) che, secondo gli inquirenti, sarebbero stati spartiti tra i tre nipoti senza che venissero pagate le dovute imposte di successione. Insomma, una completa assenza di tracce fiscali che ne giustificano la spartizione, anzi, secondo le accuse, i gioielli non sarebbero mai stati dichiarati, mettendo in luce un ulteriore atto di evasione.
Inoltre, ricostruendo l'eredità lasciata da Marella Caracciolo ai tre nipoti prediletti, è anche venuto fuori che il patrimonio complessivo ammonterebbe in realtà a circa 800 milioni di euro, superando i 734 milioni inizialmente stimati dagli investigatori.
L'indagine e il sequestro
Ma il punto critico dell’inchiesta riguarda soprattutto una presunta evasione fiscale che tocca quota 74,8 milioni di euro. Di questi, 42,8 milioni si riferiscono all'Irpef non pagata sulla rendita vitalizia che Margherita Agnelli versava alla madre Marella, mentre i restanti 32 milioni riguardano imposte mai versate su successioni e donazioni. L’accusa? Una frode fiscale ben pianificata, nella quale rientra la spartizione dei gioielli e una strategia per far risultare la residenza di Marella Caracciolo in Svizzera, dove il regime fiscale è decisamente più morbido rispetto a quello italiano. Ma non è finita qui.
Durante le indagini della Guardia di Finanza sul materiale sequestrato ai fratelli Elkann, al loro commercialista di fiducia e al notaio che ha redatto il testamento della nonna, è emerso un nuovo tesoro nascosto dagli eredi di Gianni Agnelli oltreoceano. Si tratta di un trust con sede alle Bahamas, localizzato nel paradiso fiscale delle isole caraibiche. Solo tra il 2015 e il 2019, questo trust avrebbe generato rendite da investimenti per 116,7 milioni di euro.
La fittizia residenza in Svizzera
Uno degli aspetti più inquietanti di tutta questa vicenda riguarda il "family office" creato ad hoc in Svizzera, apparentemente per far credere che Marella vivesse lì. Questo ufficio gestiva la corrispondenza, pagava il personale domestico e, in pratica, manteneva viva l'illusione di una residenza elvetica per la "Lady Fiat". Una linea telefonica intestata a Marella permetteva persino di rispondere alle chiamate come se fosse lei stessa in Svizzera, mentre in realtà passava gran parte dell’anno in Italia. Il piano era chiaro: evitare le imposte italiane facendo leva sulla residenza svizzera.
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Il memorandum per eludere il fisco
Ma il family office non è mica un caso isolato. Durante le perquisizioni, è stato rinvenuto un memorandum, scritto nel 2009 o 2010, che esponeva nel dettaglio come mantenere la residenza in Svizzera e come proteggere i patrimoni dagli occhi del fisco italiano. Nel documento si usano pseudonimi per riferirsi a Marella ("signora X") e Margherita ("signora Y"), con istruzioni precise su come muoversi nel caso di morte di Marella, garantendo che gli Elkann agissero legalmente prima della madre Margherita. Il ritrovamento del memorandum è stato una svolta cruciale. Nascosto nello studio del commercialista di famiglia Gianluca Ferrero, il documento espone in modo quasi didascalico la strategia per evitare le imposte. Un piano calcolato nei minimi dettagli che, secondo gli inquirenti, non ha lasciato nulla al caso.