Gucci, Chanel, Armani: la top 3 dei brand più citati sul web
A fare da traino non è il fashion ma la cronaca: pesa il caso Fassino e quello dei subappalti per Armani
Gucci, Chanel, Armani: la top 3 dei brand più citati sul web
Ad aprile, i marchi di moda più menzionati in Italia sono stati Gucci, Chanel e Armani. Lo ha rilevato Volocom nella classifica mensile del settore fashion, creata per Primaonline, che analizza le citazioni dei principali brand su stampa e web. Questa volta, però, i primi posti non sono stati determinati da lanci di nuove collezioni o sfilate, ma da eventi che hanno coinvolto, anche indirettamente, i brand.
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Gucci ha ottenuto il primo posto con 2.151 citazioni, principalmente perché, all'inizio del mese, Marco Bizzarri, ex Amministratore Delegato del marchio, ha deciso di investire su Elisabetta Franchi. Chanel si posiziona al terzo posto con 1.667 menzioni, anche in questo caso per motivi non strettamente legati al mondo della moda. Il marchio è stato coinvolto nelle polemiche per il presunto furto di un profumo da parte del deputato Piero Fassino. Armani, al secondo posto con 1.981 citazioni, segue un trend simile. La maggior parte delle notizie che lo riguardano, infatti, non è legata a collezioni o sfilate, ma a questioni giudiziarie che coinvolgono la maison.
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Da notare la significativa ascesa di Saint Laurent, che dalla dodicesima posizione passa alla quinta, mentre Dior subisce un notevole calo: dalla quarta posizione del mese scorso, ad aprile si trova al dodicesimo posto. Esaminiamo ora nel dettaglio le principali notizie che hanno determinato le prime tre posizioni di aprile. Una delle notizie che ha portato Gucci al primo posto con 2.151 citazioni riguarda un episodio che coinvolge indirettamente il brand. Dopo aver lasciato Gucci e il gruppo Kering lo scorso settembre, Marco Bizzarri ha fondato Nessifashion, una holding creata a Roma tramite la società Nessi S.r.l. La sua prima mossa è stata investire nella casa di moda Elisabetta Franchi, assumendone la presidenza a partire dal 15 aprile.
Bizzarri, arrivato a Gucci nel 2014 come Amministratore Delegato, ha guidato il marchio verso una rinascita estetica e strategica senza precedenti, incrementando il fatturato da 3 a quasi 10 miliardi di euro grazie a una strategia visionaria e all'analisi di mercato, unite al genio creativo di Alessandro Michele. Ora, con la creazione di Nessifashion, Bizzarri è pronto a scuotere nuovamente il mondo della moda, questa volta come imprenditore. Cinque icone del design italiano sono tornate a nuova vita nel progetto "Gucci Design Ancora", in mostra durante la Milano Design Week 2024. Curato dal Creative Director Sabato De Sarno, da Michela Pelizzari e dall’architetto Guillermo Santomà, il progetto riedita e personalizza cinque pezzi iconici del design italiano. Tra questi, la cassettiera “Storet” di Nanda Vigo, il tappeto “Clessidra” di cc-tapis, la lampada “Parola” di Gae Aulenti e Piero Castiglioni, il divano “Le Mura” di Mario Bellini e il vaso “Opachi” di Tobia Scarpa.
L’esposizione si è tenuta nel flagship store Gucci di Via Montenapoleone a Milano, con pareti curve verdi che creano uno spazio metafisico dove ogni oggetto è presentato come un’idea piuttosto che un mero prodotto. Nelle vetrine, un paio di sneaker Gucci Cub3d fluttuano e ruotano da sole in un’installazione magnetica, mentre una stampante 3D è esposta come un oggetto unico personalizzato da Santomà. Armani si è aggiudicato il secondo posto con 1.981 citazioni, ma non senza preoccupazioni. Il Tribunale di Milano ha infatti disposto l’amministrazione giudiziaria per Giorgio Armani Operations S.p.a. per condotta agevolatoria dello sfruttamento di lavoratori. Al centro delle indagini vi sarebbe la presunta inerzia della maison nei confronti del caporalato attuato dalle imprese a cui era stata appaltata la produzione degli accessori. La notizia ha fatto il giro dei media, posizionando Armani al secondo posto nella classifica.
Questo caso solleva importanti questioni etiche nella filiera produttiva del settore fashion & luxury. Il sistema dei subappalti sembra diffuso e, solo pochi mesi fa, il Tribunale di Milano aveva adottato un provvedimento simile anche per Alviero Martini S.p.a. per gli stessi motivi: le condizioni dei lavoratori nelle aziende subappaltatrici. Chanel, infine, è stata coinvolta in una vicenda che ha attirato molta attenzione, pur non essendo direttamente al centro della questione. Il deputato del Partito Democratico, Piero Fassino, è stato accusato di aver rubato una boccetta di profumo Chanel dal duty-free dell’aeroporto di Fiumicino.
Fassino sostiene che si tratti di un malinteso: avrebbe riposto la boccetta nella tasca del soprabito per rispondere a una telefonata, ma testimoni e un video di sorveglianza sembrano smentire la sua versione. In attesa di ulteriori sviluppi, la vicenda continua a suscitare discussioni sui media e sui social network.