Guerra Ucraina, il piano energia di Draghi: torna il carbone e più gas a Sud
Il programma energetico del governo per far fronte all'allarme approvvigionamento causato dal conflitto in Ucraina
Guerra in Ucraina, allarme energia: Draghi riapre al carbone
Ritorno al carbone e raddoppio del gas a Sud. Questo il piano energia di Mario Draghi per far fronte alle conseguenze, potenzialmente devastanti, sull'approvvigionamento energetico dell'Italia dopo la guerra in Ucraina. "In cosa consiste il piano allo studio del governo?", si chiede Repubblica. Che risponde: "Per l’immediato potrebbe bastare la riapertura delle centrali a carbone, oltre a un provvedimento per calmierare il prezzo dell’energia. Due provvedimenti a cui si sta già lavorando, come ha anticipato ieri lo stesso premier. Assieme a qualche carico in più di Gnl, il gas naturale liquefatto che viene spedito via nave. Tutto questo potrebbe essere sufficiente per passare l’inverno, visto che i depositi con le riserve strategiche di gas naturale (i cosiddetti stoccaggi) sono ancora pieni al 40%: del resto, il clima mite degli ultimi mesi, con temperature al di sopra della media, ha reso la situazione meno complicata".
"Al momento", ricorda sempre Repubblica, "le centrali a carbone attive in Italia sono solo quattro, dopo la chiusura di La Spezia: si trovano a Venezia, Civitavecchia, Brindisi e Monfalcone. Ce ne sono ancora due in Sardegna, ma servono per la produzione di energia dell’isola. Il governo ha chiesto a Terna - il gestore della rete nazionale - di verificare quanto potrebbero produrre in più, e Terna a sua volta ha girato la richiesta agli operatori (Enel e A2a)".
Guerra in Ucraina, il piano energia: raddoppio del gas a Sud
Per quanto riguarda il gas, sempre secondo Repubblica, si guarda a Libia e soprattutto Algeria come fonti alternative. Così come al Qatar. "Allo stesso tempo, dal Tap potrebbe arrivare almeno un miliardo di metri cubi in più: nel 2021 si è fermato a 7 miliardi, ma ha una potenzialità per 10. Per il suo raddoppio a 20 miliardi di capacità, invece, bisognerà aspettare più a lungo (almeno 3 anni)".
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