I Benetton possono fare a meno... della Benetton: lo dicono i numeri
L'uscita del "patriarca" Luciano Benetton spiana la strada al figlio Alessandro ed alla sua rivoluzione manageriale. La casa di moda? E' marginale. L'analisi
I Benetton possono fare a meno... della Benetton: lo dicono i numeri
Ha fatto molto rumore, nei giorni scorsi, l’uscita di scena di Luciano Benetton, “patriarca” della celebre casa di moda trevigiana, dalla guida del gruppo a 89 anni. La cronaca mediatica si è concentrata sulla querelle sostanziale tra Benetton senior e il suo gruppo di manager. Ma il vero dato economico è un altro: con il passaggio di mano da parte di Luciano Benetton, la strada è spianata definitivamente al figlio Alessandro, il quale da un paio d’anni sta imprimendo una rivoluzione manageriale al gruppo.
I Benetton possono fare a meno... della Benetton
E ora con l’addio di Luciano, alla soglia dei novant’anni, e con l’annuncio di un piano di sostegno da oltre 300 milioni di euro da parte della holding Edizione, che racchiude le partecipazioni, si può finalmente dire l’indicibile: per i Benetton tutto ciò che è nell’orbita dell’impero finanziario di casa conta più…della Benetton azienda. Alessandro, chiamato nel 2022 alla guida dell’impero di Piazza Duomo, è in un certo senso la scelta più felice di Luciano, che nel 2018 gli spianò la strada ai vertici di Edizione dopo che la morte dei fratelli Carlo e Gilberto mise il gruppo in tensione in un anno orribile per il gruppo, funestato dalla tragedia del Ponte Morandi che colpì duramente Atlantia, allora concessionaria autostradale di punta e azionista di maggioranza di Autostrade per l’Italia.
Edizione, un conglomerato che sfiora i 18 miliardi di euro
La rivoluzione manageriale iniziata nel 2018 si è palesata con forza nel 2022, quando Alessandro Benetton è asceso alla guida di Edizione come amministratore delegato. Il gruppo controlla e coordina grandi partecipazioni. Edizione controlla Autogrill e, tramite Atlantia, il gruppo delle autostrade spagnole Abertis, la società Aeroporti di Roma, il 40% dell’Aeroporto di Nizza, il 12% del gigante europeo delle torre per le telecomunicazioni Cellnex. I Benetton sono azionisti in Mediobanca e Generali e tra 2022 e 2023 hanno cambiato gradualmente schieramento: dal sostenere la sfida di Delfin a Mediobanca nel Leone di Mogliano Veneto sono passati a un atteggiamento di maggior collaborazione con Alberto Nagel e il suo management, sostenuto a ottobre nella battaglia per la rielezione. Edizione controlla un conglomerato di società dal valore che sfiora i 18 miliardi di euro entro cui Benetton, con circa 750 milioni di fatturato, è un centro minore di ricavi ma grande di perdite.
Le perdite di Benetton? Luciano indica la luna, ma...
Passare la mano da Luciano a Alessandro, tramite il ritorno in capo alla holding della ristrutturazione aziendale del gruppo, non è un passaggio scontato ma è segnato dall’uscita di scena di Luciano. In cui il dito che indica la luna è il dato polemico sulle perdite di Benetton e le sue cause. La Luna è l’attestazione di una duplice svolta: Benetton è un cognome di manager prima che un’azienda di moda. E Alessandro vuole “militarizzare” la gestione della holding facendola giocare tra i grandi della finanza internazionale. Come confermano le mosse su Mediobanca, la nomina di manager legati ad alti consessi globali come Giampiero Massolo, ex direttore dei servizi e presidente dell’Ispi oggi presidente di Atlantia, e la visione internazionale di un gruppo che con Cellnex e Abertis è a tutti gli effetti un campione europeo. Una svolta che Luciano Benetton non ha solo avallato, ma anche, col senno di poi, programmato.