"Il Made in Italy non è solo Ferrari ma Pmi. Si sta perdendo la manodopera"

Gli imprenditori intervengono al panel sul "Made in Italy: le eccellenze dell'eccellenza", l'evento organizzato da affaritaliani.it e Aepi

di Redazione Economia
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Gli imprenditori del Made in Italy a La Piazza romana di Affari: "Italian sounding? Un disastro che ci porta via quote di mercato"

"Il made in Italy è il brand dei brand, se partiamo da questo, il resto viene a cascata. Dietro ci sono imprenditori, famiglie e aziende. Solo le micro e medie imprese, da sole, costituiscono il 92% del tessuto produttivo italiano. Ma il brand va valorizzato perchè l'italian sounding è un distastro che ci porta via quote di mercato, e causa danni enormi alle filiere produttive." Queste le parole di Andrea Cordero di Montezemolo, Vice Presidente Aepi per le Pmi, durante la quinta edizione del Meeting del Made in Italy organizzato da AEPI e Affaritaliani.it

Il concetto del Made in Italy si manifesta principalmente attraverso le sue eccellenze, prodotti nati in Italia ma riconosciuti e diffusi in tutto il mondo. Al centro di questo concetto ci sono gli imprenditori, protagonisti dei settori più eterogenei, da quello vinicolo all'editoriale, sanitario, fino alla moda e al digitale.

"Il 15 aprile si è tenuta la giornata dedicata al Made in Italy, un esempio virtuoso dell'impegno di questo Governo, fino ad ora come imprenditori siamo stati accantonati", afferma Stefano Bottega, presidente del marchio Bottega spa, e anche presidente del gruppo vinicolo e distillati di Confindustria Veneto Est. "Crediamo nel made in Italy, terzo brand più importante al mondo, e crediamo nelle aziende italiane del nostro  territorio. Ma uno degli elementi che va messo in luce sono le regole stringenti a cui sono sottoposte le aziende italiane. Il prodotto italiano vede la sua eccellenza anche da questi controlli, che implicano tanta burocrazia", ha aggiunto, richiamando un recente incontro con il ministro Adolfo Urso, l'urgente necessità di semplificare le molteplici pratiche burocratiche, ritenute eccessivamente complesse.

Passando al settore dell'editoria, Paolo Di Panta, Editor in chief di All About Italy ha messo in luce tre aspetti fondamentali da tenere in conto quando si parla di Made in Italy. "La difficoltà oggettiva sui mercati internazionali è l'unità tra gli italiania all'estero. Non splendiamo per fare sistema ed è evidente soprattutto nelle situziaoni di competizione tra le aziende italiane. Dobbiamo andare nel mercato internazionale uniti." Di Panta ha poi sottolineato l'urgenza di raccontare una storia italiana, che non si basi solo sul far conoscere il nostro prodotto all'estero, ma che educhi e faccia capire cosa c'è dietro il Made in Italy. A questo concetto, il volto di All About Italy, aggiunge una difficoltà comune a molte Pmi: "L'essere rappresentati da operatori locali che non permettono alle aziende di avere padronanza dei propri clienti. La mancanza di rappresentitività è un altro problema da tenere in conto."

Il turismo rappresenta una grande fetta del Made in Italy, oltre che dell'economia del Paese. Pertanto Paolo Giuntarelli, Direttore turismo, cinema, audiovisivo e sport della regione Lazio, ha dichiarato: "Il turismo si vende da solo nei paesi in via di sviluppo, ma non in una nazione sviluppata e imprenditorialmente come la nostra. Il turismo è un'attività produttiva che va incentivata e programmata, e il compito delle amministrazioni non è solo quella di garantire la promozione, ma creare una governance del sistema che eviti il sovraffollamento e promuova i territori più marginali. Nel nostro caso l'obiettivo è colonizzare il resto del Lazio e non solo Roma. Per fare ciò la regione Lazio utilizza molte risorse europee, come il fondo sociale europeo, che usiamo per porre in campo azioni sportive volte a ridurre le differenze di genere, quindi più inclusive."

Passando alla sanità, Graziella Madeo, Direttrice Unità di Neuromodulazione e ricerca clinica (Brain&Care group) e il direttore generale Gabriele Zanardi mettono in luce i progressi fatti dalla propria start up in territorio italiano. Zanardi in particolare sottolinea: "Dopo l'evento pandemico ci sono molti problemi legati alla salute mentale che richiedono soluzioni efficaci. Per noi del sanitario, eccellenza deve fare rima con efficacia. Dal punto di vista clinico abbiamo dei quadri che richiedono un approccio nuovo, pertanto abbiamo unito innovazione tecnologica con un approccio multidisciplinare integrato." Madeo parla della metodica messa in atto dalla start up: "Il nostro obiettivo è portare questa metodica al sistema sanitario pubblico e costruire una società scientifica italiana e un'accademia di formazione."

La moda è sicuramente uno dei fiori all'occhiello del Made in italy. Intervenuto durante il panel, Romino Marzullo, Presidente del marchio Marzullo brand specializzato nel settore sartoriale, con produzione di cravatte e foulard, ha affermato: "L'alta moda si sta riprendendo alla grande dopo il Covid, nel 2023 il comparto ha chiuso con ricavi per 102 mld e una crescita del 4%sull'anno precedente. Il Made in italy è un grande assett del nostro Paese e dobbiamo trasportarlo e consegnarlo nelle mani delle generazioni successive", sottolinea Marzullo. E aggiunge: "Per farlo dobbiamo sapere che molte sono aziende artigiane, e qui si dove si corre il rischio di perdere le mani, soprattutto perchè le nuove generazioni sono poco spronate ad inserirsi in questo campo. Il made in Italy non è solo Ferrari, ma piccole aziende, e dobbiamo salvaguardare le filiere". E conclude: "È bello che il governo abbia riacceso i riflettori, ma dobbiamo anche creare le condizionia affinchè le Pmi vengano messe nelle condizioni di investire nell'innovazione."

Anche il settore trasporti gioca un ruolo chiave nel Made in Italy. Lisa Scarpa, Sostenibility Manager di C.S.T logistica e Trasporti Srl, ha sottolineato l'importanza di questo comparto, dichiarando: "Per far arrivare al consumatore finale le eccellenze italiane, servono strutture in grado di garantire un trasporto di qualità, quindi sicurezza delle merci, affidabilità, puntualità e, da ormai qualche anno, anche l'aspetto ambientale. Noi abbiamo inserito veicoli ad alimentazione alternativa e siamo stati pionieri, non si può snobbare il futuro. Meno CO2 e meno PM, quindi un trasporto di qualità anche all'interno dei centri cittadini. Investire in veicoli innovativi significa anche investire nella sicurezza stradale. Sostenibili non solo a livello ambientale ma anche economico."

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E in conclusione, un altro ruolo fondamentale è quello della tecnologia, che, anche se in Italia non è sviluppata come nei giganti dell'IT esteri, è comunque cruciale. Marco Valenti, Amministratore Unico di Eyeris srl - Gruppo Infordata, attivo nell'informatica e nelle startup, afferma: "Investiamo un intero capitale italiano nel settore IT che di solito è monopolio dei giganti internazionali. Puntiamo sulle eccellenze: come i giovani che vengono dall'università e dagli ITS, e mantenere le tradizioni. In un panorama competitivo, abbiamo scelto di saper fare bene le cose, per rappresentarci all'interno dei nostri confini e anche all'estero, come all'Expo di Osaka. Abbiamo fatto della tecnologia il nostro abito. Anche nella pubblica amministrazione, non portiamo una tecnologia fine a se stessa, ma che porti benefici ai cittadini per migliorare i servizi per il mondo delle imprese."

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