Immobiliare: cresce del 3% la filiera, sconcerto per il taglio del Superbonus
Federcostruzioni: "Il governo ci lascia sconcertati dall'ultimo cambiamento normativo. Le modifiche rischiano di destabilizzare ulteriormente il mercato"
Immobiliare, nel 2023 crescita del 3% della produzione della filiera. Federcostruzioni: "Le attuali modifiche normative destabilizzano il mercato"
Negli ultimi anni le costruzioni hanno trainato l'economia del Paese e la crescita del Pil. Favorita dagli incentivi, la filiera ha determinato la metà dell'incremento del Pil italiano del +8,3% nel 2021 e del +4% nel 2021.
Tuttavia, complici uno scenario geopolitico incerto, l'inflazione e una politica monetaria restrittiva, nel 2023 la crescita ha rallentato, con l'Istat che stima un aumento del Pil del +0,9%. Allo stesso modo, anche il settore delle costruzioni cresce, anche se a ritmi più bassi, soprattutto a causa dello stop al superbonus, alla cessione del credito e al ridimensionamento degli incentivi per l'efficientamento energetico e sismico.
In controtendenza gli investimenti pubblici, che grazie al PNRR ha dirottato sulle costruzioni il 59% dei 45,6 miliardi di euro spesi a fine 2023. In questo quadro si inserisce anche la direttiva europea ''Casa Green'' che avrà un impatto rilevante sull'economia italiana.
Di questo e non solo si è discusso oggi durante la conferenza stampa di presentazione di Saie, la fiera delle costruzioni: progettazione, edilizia, impianti (9 - 12 ottobre, BolognaFiere), dal titolo 'Quale futuro per l'edilizia senza una vera politica industriale'. Come sta andando nel dettaglio il settore?
Federcostruzioni stima una crescita del 3% della produzione della filiera per il 2023. Si tratta di un valore che indica un mercato sempre in lieve crescita che si mantiene intorno al livello di 600 miliardi di euro raggiunto nel 2022. Per quanto riguarda i comparti, nel 2023 si registra un +5% per gli investimenti in costruzioni, +18% per le opere pubbliche, +5% per il non residenziale privato, + 1,3% per le nuove abitazioni, +0,5% per la riqualificazione.
Per quanto riguarda gli occupati, nei primi 9 mesi del 2023 si registra un +2,9% di lavoratori iscritti alle Casse Edili e un + 0,9% di ore lavorate, in particolare: +2,3% al nord, un +3,9% al centro e -2,8% al sud. Capitolo PNRR: dei 45,6 miliardi di euro di spesa totale al 31/12/2023, il 59% è relativo al settore delle costruzioni. Superbonus 110% e lavori pubblici coprono il 56% della spesa sostenuta al 31 dicembre 2023 con, rispettivamente, 14 miliardi di euro e 10,1 miliardi di euro.
Inoltre, è stata aggiunta una Missione 7 Repower EU, con una dotazione di 11,2 miliardi di cui 8,3 miliardi derivanti da definanziamenti di altre Missioni e 2,9 miliardi di nuovi fondi EU.
La nuova proposta di direttiva Ue sulle ''case green'', che ambisce a rendere il patrimonio immobiliare europeo totalmente a emissioni zero entro il 2050, sarà cruciale per il futuro del settore. Il nostro Paese ha infatti molta strada davanti per raggiungere gli obiettivi. Secondo i dati Ance, il patrimonio immobiliare italiano è molto vecchio: su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni (73%) rientrano nelle classi più energivore (E, F, G) e non sono in grado di garantire le performance energetiche, sia pur minime, richieste per gli edifici costruiti successivamente, e molto lontano dalle prestazioni minime richieste alle abitazioni dei nostri giorni.
In merito al settore non residenziale, su circa 1,35 milioni di edifici, il 55%, pari a circa 743.000 edifici, ricade nelle classi più energivore (E, F, G).
Secondo Paola Marone, presidente di Federcostruzioni "Oltre al clima di incertezza dovuto alle tensioni geopolitiche e determinato dalle scelte monetarie europee che impattano sull'andamento del mercato, il governo ci lascia sconcertati dall'ultimo cambiamento normativo in materia di bonus fiscali. Nella valutazione delle informazioni pervenute, in attesa del testo normativo definitivo, pare sia eliminata la possibilità, per le nuove operazioni, di utilizzare la cessione del credito e lo sconto in fattura nei casi in cui oggi è ancora consentita. In ogni caso, tale eliminazione non ha effetti retroattivi. Queste modifiche, se confermate, rischiano di destabilizzare ulteriormente il mercato già in affanno, inasprendo la situazione dei crediti incagliati e non tutelando le fasce deboli e abbandonando le imprese a nuove incertezze economiche, con rischio di chiusure e perdita dei posti di lavoro come testimoniano dati convergenti da diversi settori della filiera e indicati nell'anticipazione del Rapporto annuale Federcostruzioni", ha spiegato.
"Federcostruzioni reputa quindi necessarie una serie di misure concrete di politica industriale, per sostenere la competitività della filiera delle costruzioni in Italia e all'estero, e permettere al Paese di rispettare gli impegni internazionali ed europei sul clima. Serve urgentemente un sistema di incentivi accessibili alle famiglie con la cessione dei crediti almeno per i redditi bassi, una visione complessiva e un sostegno pubblico adeguato per la filiera industriale delle costruzioni per la promozione degli investimenti per la transizione verde e la riduzione delle emissioni di CO2, il rafforzamento del meccanismo di adeguamento Cbam (carbon borderadjustment) rafforzando la sua efficacia di difesa delle produzioni europee e la rapida attuazione dell'energyrelease e gas release, una maggiore concorrenza nei servizi di ingegneria abbassando la soglia per gli affidamenti diretti", ha concluso.